(ANSA) – FIRENZE – Angela Merkel arriva a Firenze per incontrare Matteo Renzi. E all’indomani del voto sull’Italicum che spiana di fatto la strada alla riforma elettorale, si fa precedere da poche parole.
Ma significative: “Ci sono sforzi di riforme anche in Italia. Finalmente”, sottolinea Frau Angela prima di lasciare Davos per mettersi in viaggio verso la culla del rinascimento per l’atteso bilaterale con il premier italiano. Parole che suonano come musica per le orecchie di Renzi, che punta ad ‘affascinare’ la cancelliera con le bellezze della sua città – prendendola anche per la ‘gola’ con i piatti tipici toscani, dalla pappa al pomodoro alla ribollita – insistendo nel suo pressing per spuntare, dopo l’apertura contenuta nel piano Juncker, sempre più flessibilità in Europa, convincendo Berlino ad allentare la stretta del rigore.
Pronto, come sempre, a mettere sul piatto il rispetto per i parametri e l’impegno sulle riforme in cambio di margini di manovra sul fronte investimenti, per spingere crescita e occupazione. Nella due giorni aperta stasera (22 gennaio, ndr) con la cena a Palazzo Vecchio, la passeggiata nel corridoio Vasariano fino agli Uffizi e il faccia a faccia ufficiale di domani sotto il David di Michelangelo, è scontato che il piatto forte siano le politiche europee, anche in vista del prossimo Consiglio europeo del 12 febbraio.
La Merkel arriva a Firenze nel giorno del via libera dell’Eurotower al Quantitative Easing, quel piano di acquisto dei titoli di stato dei paesi di Eurolandia voluto da Mario Draghi che non piace a Berlino e altri paesi del fronte del nord e dell’est Europa. E tiene a puntualizzare: qualunque siano le decisioni della Banca Centrale Europea, di cui ribadisce di “rispettare l’autonomia”, “i politici non devono distrarsi dal prendere i passi necessari per assicurare la ripresa”. Almeno nell’obiettivo il bersaglio è comune.
La cancelliera è arrivata in Italia nell’ambito del suo tour nelle capitali (ha già fatto tappa a Londra) in vista della presidenza tedesca del G7 che inizia a giugno parlando di Italia come uno dei “principali partner”, sia in Europa che nel ‘club dei Sette’. E ha sottolineato di attendersi “colloqui costruttivi”. Ma di certo nell’atteso incontro con il ‘sindaco d’Italia’ i temi sono tanti, altrettanto cruciali di quelli europei. Sul tavolo, di certo, ci sarà infatti anche il terrorismo, sia in termini di allarme Isis che di necessità di una strategia di stabilizzazione della regione mediorientale, e la Russia. Tra i tanti dossier, potrebbe essere toccato anche quello del ‘made in’. Un capitolo che Renzi non ha nascosto sia stato un obiettivo mancato della sua presidenza europea e sul quale il premier intende insistere in Ue.
Scontrandosi, ancora una volta, con la Germania ed il fronte del nord, nient’affatto intenzionati a far passare il provvedimento perché più impegnati a far business con il commercio e la logistica piuttosto che con la produzione, fiore all’occhiello del Made in Italy. In una Firenze sotto stretta sorveglianza – tanti gli agenti ‘invisibili’, in borghese, ma anche cecchini ad assicurare la sicurezza – nella quale hanno sfilato anche gli antagonisti e altri sigle per un corteo ‘contro l’Europa dei banchieri e dei padroni’, c’è chi – tra le battute alla ‘toscana’ – si aspetta qualcosa di concreto: un patto tra Merkel e Renzi da passare alle cronache come quello della ‘ribollita’..
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