Renzi: “Misure contro la povertà nella Legge di Stabilità”

Renzi: "Misure contro la povertà nella Legge di Stabilità"
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula della Camera, Roma 30 settembre 2015.
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA – Il peggio è passato, “the best is yet to come”: questo è il messaggio che passa dall’intervento di Matteo Renzi alla Camera, nel “question time”. Il peggio è la crisi economica che ha visto il governo impegnato a risolvere “43 crisi industriali aperte”. Il meglio che è da venire è la prossima Legge di Stabilità nella quale Renzi annuncia misure contro la povertà, in particolare quella infantile. Una legge, quella fino a qualche anno fa nota come manovra finanziaria, che per il presidente del Consiglio può essere “il momento chiave della svolta definitiva”.

Oltre all’attacco, nelle parole del premier c’è anche la difesa dalle accuse di “tagliare la Sanità”: “Nel 2002 erano 75 i miliardi del Fondo sanitario nazionale, quest’anno 110, l’anno prossimo 111. Questo per essere chiari che questo Paese non sta tagliando sulla sanità. Se il 30% delle risonanze magnetiche non sono necessaria, su 64 milioni di visite specialistiche il 10% non è appropriato, significa che dobbiamo investire nella sanità, ma cambiando le regole. Se c’è da cambiare qualcosa siamo pronti, anche se è un provvedimento già votato nelle scorse settimane. C’è una disponibilità totale a discutere. Ma questa è la base di partenza, non raccontiamo che siamo in presenza di tagli perché l’unico settore dove si sta incrementando è la sanità”.

Poi si passa all’industria, non prima di chiarire la “linea” del governo sul Welfare. In particolare Renzi si riferisce al “reddito di cittadinanza”, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle: “Reddito di cittadinanza? Non può essere realizzato. Noi vogliamo combattere la povertà creando lavoro, e in legge di stabilità di impegniamo a introdurre una misura nuova contro la povertà infantile”.

“La priorità, nel primo anno e mezzo, è stato il salvataggio: 43 crisi industriali aperte, tutti i principali indicatori erano sul segno meno, e bisognava farli passare al segno più. Questa prima fase è una missione compiuta. Il passaggio successivo è riuscire a definire i nuovi paradigmi dell’investimento manifatturiero in Italia, passando per il piano della banda larga, le competenze offerte dall’alternanza scuola-lavoro, un nuovo percorso produttivo basato sulla digitalizzazione”.

Claudio Cominardi di M5S contesta le spese del governo e in particolare quelle per l’aereo del premier, l’Airbus 340 definito dai 5 Stelle il “giocattolino” di Renzi, che fa a “gara adolescenziale con Obama e Putin a chi c’ha l’aereo più lungo”, una gara che costa “800 mila euro all’anno”. L’ex sindaco di Firenze ha risposto che le spese a Palazzo Chigi sono diminuite di tre milioni. E che le dotazioni di auto blu sono state ridotte a 15, spiega. Erano 840 mila gli euro spesi per le auto di servizio, ora 230 mila, “ancora troppi peraltro”.

Tasi. “Il punto centrale deve essere che l’abolizione della tassa sulla prima casa non deve pesare sui Comuni. Altrimenti si lede il patto di fiducia con i sindaci”. Quanto alle frizioni con l’Europa sull’abolizione della Tasi, Renzi si mostra spavaldo: “Questo atteggiamento di subalternità ha da finire una volta per tutte”.

Quanto alla politica internazionale, sulla Siria la posizione dell’Italia “rimane nel solco delle Nazioni unite: invitare a tutti i livelli alla collaborazione e far sì che non si replichi un modello per il quale dopo 4 anni di guerra, che ha prodotto non soltanto milioni di profughi, ma la sconfitta della politica internazionale, si replichi ancora una volta un meccanismo per il quale la mancanza di governo porta all’esplosione di pezzi interi di Medio oriente”, spiega Renzi.

“Sono tanti anni che abbiamo politica estera filoatlantica e non la cambieremo sulla base di qualche spot, ma nella storia italiana c’è sempre stato dialogo e se vogliamo affrontare un nuovo ordine mondiale ben vengano le iniziative come quella di Cuba, ma bisogna portare la Russia al tavolo”.

Mentre sui migranti Renzi precisa: “Non sta arrivando in Italia un milione di persone. Sono arrivate lo scorso anno 170mila persone. Un milione sono in Giordania. Dite i numeri veri alle persone che stanno fuori di qui”.

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