Renzi: “Non rovescio tavolo”. E si prepara ad affrontare gli scettici

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Aprile 2014 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi

Matteo Renzi (LaPresse)

ROMA – “Calma e gesso, sono solo fibrillazioni elettorali”. Matteo Renzi richiama tutti all’ordine, a cominciare dal fedelissimo Roberto Giachetti, uno che entra spesso a gamba tesa.

Il presidente del consiglio lo conosce bene, “ha esagerato, come al solito, sottolinea con i suoi riferendosi alla lettera aperta nella quale il vice presidente della camera lo invita a considerare l’ipotesi di tornare alle urne cosi’ da fare le riforme forte del voto popolare, superando le resistenze interne, di minoranza Pd e senatori, esterne, di Berlusconi, manager e burocrati. Nemmeno per idea: il premier e’ deciso ad andare avanti ed invita tutti a guardare ai prossimi appuntamenti del partito: il 29 aprile con la riunione con i senatori; il 5 maggio con il seminario sulle riforme e, poco dopo (forse il giorno successivo) con una direzione. Occasioni per guardare in faccia gli scettici delle riforme e del piano lavoro dentro il partito. E se Berlusconi alza il tiro su Italicum e Senato “si tratta solo di fibrillazioni elettorali”, frutto anche delle non brillanti performance fatte registrare da Forza Italia negli ultimi sondaggi. Sono incoraggianti, invece, quelli che circolano a Palazzo Chigi e al Nazareno che segnano una fiducia in crescita per Renzi e per il Pd.

“Noi si va avanti, forti anche dei sondaggi”, ha spiegato Renzi dicendosi soddisfatto di poter finalmente vedere il bonus di 80 euro “per sempre in busta paga” diventare legge. Alle urne Matteo Renzi non ha mai pensato da quando si e’ insediato a Palazzo Chigi, dicono in coro i piu’ fedeli dei suoi uomini quando il grido di Roberto Giachetti “Parola al popolo” riverbera ancora al Nazareno. Il fedelissimo del presidente del consiglio lo ha scritto sul suo blog, in una lettera aperta indirizzata proprio al “Caro Matteo”, in cui mette in fila tutte le questioni aperte dentro e fuori il partito: dalle fibrillazioni sul dl lavoro a quelle sul Senato, passando per la legge elettorale e il patto stipulato con Berlusconi al Nazareno.

“Una iniziativa personale” quella di Giachetti, dicono i vertici del partito. Anche perché, è il ragionamento che si fa, anche volendo – e non vuole – Renzi non sarebbe in condizione di compiere uno strappo del genere in questo momento. Per tre ragioni: il semestre di presidenza italiana in europa alle porte; il fatto che un primo test per prestare un orecchio agli elettori e’ gia’ fissato per il 25 maggio, con il rinnovo del Parlamento di Strasburgo; il fatto che, in caso di dimissioni del presidente del consiglio, “questo Parlamento” si troverebbe nella condizione, non di pensare alla campagna elettorale per le politiche, ma “all’elezione del Capo dello Stato” che lascerebbe al successore l’onere di sciogliere le Camere in un frangente come questo. Dalle parti della minoranza dem, il ‘grido’ di Giachetti e’ stato accolto come il sintomo di una nuova difficolta’ incontrata dalla maggioranza e dal governo stesso. “Perché, se sono i renziani i primi a dire ‘andiamo alle urne’ vuol significare che non credono fino in fondo nella possibilità di portare a casa le riforme”, ragiona Alfredo D’Attorre.

“Credo che la posizione di Giachetti non risponda al pensiero di Matteo Renzi che, andando al voto senza aver fatto le riforme, si vedrebbe depotenziato e vedrebbe depotenziato lo stesso partito. Non è una via percorribile, al momento. Io ero tra quelli che, quando c’era ancora il governo Letta, diceva meglio andare al voto con il Consultellum che con questo Italicum. Quella delle urne è una ipotesi percorribile in democrazia, ma in questo momento non penso che converrebbe né a Renzi né al partito che, lo sottolineo, è guidato da lui. Andandosene, non sarebbe più candidabile per la premiership”.

In questo scenario, acquista una importanza diversa anche al riunione di Area Riformista, la corrente di minoranza che si è andata coagulando intorno ai bersaniani e che contiene anche pezzi di popolari e lettiani. Lunedì pomeriggio, 28 aprile, al Teatro Eliseo, avranno la possibilità di rilanciare la propria proposta “in un clima di dialogo con il governo e la maggioranza del partito. Certo, pero’, gli aut aut come quelli di Giachetti non aiutano “, sottolineano.