Renzo Bossi: 'Elezione conquistata sul campo'

MILANO, 28 LUG – ''Tutti sanno che in questa inchiesta io non c'entro, sono i giornali che hanno usato il mio nome per pompare la notizia''. A respingere, dopo giorni di indiscrezioni, il sospetto che la sua candidatura di un anno fa alla Regione Lombardia sia stata costruita con i dossier, e' stato oggi lo stesso Renzo Bossi.

L'eco dell'inchiesta giudiziaria che coinvolge l'assessore leghista Monica Rizzi, accusata di aver prodotto fascicoli per indebolire avversari interni a favore dell'ascesa del figlio del leader, sta montando a tal punto che Bossi Jr, di solito taciturno su argomenti tanto delicati, ha scelto di cedere alle insistenze dei giornalisti che lo attendevano in Consiglio regionale. Facendo fra l'altro capire che l'obiettivo di tanta attenzione non sarebbe la Rizzi ma probabilmente lui stesso e, di conseguenza, la famiglia. ''Si deve parlare di dossier, se si trovano – ha attaccato il figlio del segretario della Lega -. Ma si e' visto che nelle perquisizioni non hanno trovato nulla''.

Nessun dossier assicura, dunque, il consigliere leghista, come del resto continua a ribadire la stessa Rizzi, letteralmente rincorsa dalle telecamere a ogni appuntamento istituzionale. E nemmeno si pensi che la sua candidatura in Valcamonica derivi da manovre poco trasparenti, perche' ''potete chiedere a chiunque – ha concluso Bossi Jr -, io ho girato tutta la provincia di Brescia per piu' di due mesi, comune per comune''.

Nel merito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Brescia in base a un esposto presentato da un ex collaboratore della Rizzi, Renzo Bossi non e' voluto entrare. E' all'assessore regionale che si e' dovuto chiedere di questo, poco dopo, alla presentazione del primo Giro ciclistico della Padania. Su Adriana Sossi, la sua ex assistente che potrebbe aver messo insieme le informazioni su vari personaggi, ha detto parole precise: ''La signora Sossi e' semplicemente sorella di un ex assessore del Comune di Nave e, con regolare contratto, mi faceva la rassegna stampa. Il fatto e' che sono rimasta senza collaboratrice negli ultimi sei mesi da consigliera regionale e lei, che faceva la rassegna stampa per il Comune, ha svolto per me questo stesso tipo di lavoro, terminato col mio mandato in Consiglio regionale. Cos'altro facesse non mi interessa''. Lo spieghera' ai magistrati, quando sara' ascoltata. ''Lasciamoli lavorare, ne usciremo bene'', ha comunque tenuto a ripetere.

Sul piano politico resta tuttavia l'interrogativo su quanto a fondo si spingera' l'inchiesta. Nella Lega non molti si sono spesi apertamente nella difesa dell'assessore. Lei dice di non sentirsi messa in discussione dal partito, di aver anzi sentito il 'Capo', pur per discutere di un Giro della Padania al cui battesimo nessuno dei Bossi e' stato presente.

Da alcuni colleghi della Rizzi oggi sono giunte parole di circostanza. Come quelle del capogruppo in Consiglio regionale, Stefano Galli, che indiscrezioni di stampa hanno indicato come oggetto di uno dei presunti dossier. La Rizzi si dovrebbe dimettere? ''Questo dovrebbe essere valutato secondo coscienza, uno dovrebbe guardarsi dentro''.

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