Responsabilità civile dei magistrati: come e quando fare causa al giudice

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2015 - 18:05| Aggiornato il 21 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Responsabilità civile dei magistrati: come e quando fare causa al giudice

Responsabilità civile dei magistrati: come e quando fare causa al giudice (ANSA)

ROMA – Responsabilità civile dei magistrati: come e quando fare causa al giudice. Ovvero cosa cambia per il cittadino dopo l’approvazione della Legge Buemi promossa da Renzi come quella del “chi sbaglia paga” e avversata dai magistrati perché aprirebbe le porte a una valanga di ricorsi intasando i già intasati tribunali.

Polemica politica a parte, per il cittadino ci sono cambiamenti significativi. Il primo è che si potrà fare ricorso contro la sentenza di un giudice ed ottenere un risarcimento dallo Stato anche quando non si è stati arrestati. Prima, con la legge Vassalli del 1988, si potevano chiedere i danni solo se un giudice vi aveva fatto finire in carcere o agli arresti domiciliari.

Il secondo è che non ci sarà più il filtro dell’ammissibilità per le domande di risarcimento. Non sarà più, com’era successo finora, il tribunale distrettuale a decidere in via preliminare se la vostra richiesta di danni allo Stato è ammissibile. In 27 anni di legge Vassalli solo 400 ricorsi per risarcimento sono stati ammessi. E di questi soltanto sette hanno ottenuto il riconoscimento del danno per dolo o colpa grave da parte dei magistrati.

La nuova legge, che porta il nome di un altro socialista (Enrico Buemi), elimina il filtro previsto dalla Vassalli ed estende la risarcibilità del danno non patrimoniale (in parole povere: quando una sentenza non ti ha fatto perdere soldi ma anni di vita e salute). Resta sempre uguale la definizione del “diniego di giustizia” che ritiene di aver subito chi fa ricorso:

“Il rifiuto, l’omissione, o il ritardo del magistrato nel compimento di atti del suo ufficio… quando sono decorsi inutilmente, senza giustificato motivo, 30 giorni dalla data di deposito dell’istanza di parte per la richiesta del provvedimento”.

Il dolo o colpa grave del giudice si riscontra quando:

  • 1) Si viola manifestamente la legge e il diritto dell’Unione Europea.
  • 2) Si travisano il fatto o le prove.
  • 3) Si afferma un fatto la cui sussistenza è incontrastabilmente esclusa dagli atti del processo.
  • 4) Si emette un provvedimento cautelare (tradotto: si dispone l’arresto) fuori dai casi previsti dalla legge oppure senza motivazione.

Più spazio per chiedere risarcimento dopo una sentenza e più tempo per decidere se fare o meno ricorso. La legge Buemi aumenta da due a tre anni il termine per presentare domanda di risarcimento contro lo Stato.

Quanto alla responsabilità civile del giudice, resterà sempre indiretta. Il cittadino si rivale sullo Stato, nella persona del presidente del Consiglio. E lo Stato si rivale sul giudice, sanzionandolo, entro due anni dal pagamento del risarcimento al cittadino, con una multa che può arrivare massimo alla metà dello stipendio annuale del magistrato.