ROMA, 14 MAR – ''Pone seriamente a rischio l'indipendenza della magistratura"; ma non solo: l'emendamento del leghista Pini alla legge comunitaria che modifica la responsabilità civile dei magistrati puo' rendere il sistema giudiziario italiano ''davvero ingestibile'' determinandone ''l'implosione''. Usa toni piu' che allarmati il Csm contro la norma all'esame delle Commissioni del Senato.
E consegna le sue preoccupazioni a un documento che ha per destinatario il ministro della Giustizia Paola Severino e che e' stato approvato dal plenum in un pomeriggio e a tambur battente: 19 i voti favorevoli; 3 i contrari, uno scontato del laico della Lega Ettore Albertoni, gli altri dai consiglieri del Pdl Nicolò Zanon e Bartolomeo Romano. E proprio i laici del Pdl per la prima volta si sono divisi: Annibale Marini, presidente emerito della Consulta, ha votato con la maggioranza (come ha fatto pure il vice presidente del Csm Michele Vietti); mentre Bartolomeo Romano si e' astenuto.
A preoccupare il Csm è soprattutto la possibilità che viene introdotta di agire direttamente nei confronti del magistrato da parte di chi si sente danneggiato dalla sua decisione, invece che verso lo Stato come prevede attualmente la normativa. "Il magistrato, destinato a scegliere tra tesi contrapposte, potrebbe essere condizionato e influenzato in tale scelta e portato a preferire la soluzione che lo possa meglio preservare dal rischio dell'esercizio dell'azione diretta", piuttosto che quella "maggiormente conforme a giustizia", avvertono i consiglieri.
Ed è proprio questo aspetto – che peraltro rende l'Italia unica, visto che "in nessun paese europeo è prevista la possibilità indiscriminata di intraprendere un'azione diretta per responsabilità civile del giudice" – ad esporre "il sistema al rischio di implosione". E' concreto il pericolo che le parti, "attraverso l'esercizio immediato e diretto dell'azione nei confronti del magistrato, possano costringere il giudice non gradito all'astensione'' o comunque ''possano, indirettamente, scegliersi il proprio giudice''. Peraltro non è affatto vero, nota Palazzo dei Marescialli, che l'Europa ci chiede di modificare le nostre attuali regole, anche perché "i limiti previsti dalla legge italiana sulla responsabilità civile dei magistrati sono conformi alla legislazione degli altri paesi europei".
Una netta condanna del Csm per l'iniziativa arriva dal Pdl che attraverso Daniele Capezzone dice ''è grave questa abitudine'' che sembra quasi voler ''contendere il potere legislativo al Parlamento, come se il Csm fosse una specie di 'terza Camera' abilitata a contestare il lavoro di Camera e Senato''. Pollice verso anche dall'Unione Camere Penali: ''Il Csm – afferma Valerio Spigarelli – emette pareri non richiesti, e soprattutto queste dichiarazioni mirano a condizionare l'attività politica e legislativa del Parlamento''. Di segno opposto, invece, la posizione del leader di Idv, Antonio Di Pietro: "dal Csm arriva uno schiaffo sonoro alla politica giudiziaria alla Berlusconi maniera. E' ora di finirla. E' mai possibile che ogni volta che si parla di giustizia l'unica cosa che sa fare il Parlamento è proporre norme per bloccare le indagini, criminalizzare i magistrati ed assicurare l'impunità ai soliti noti?''