Riace, Salvini apre e…chiude: “Restano, ma senza accoglienza, o vanno via”

Riace, Salvini fa un passo indietro: "Nessun trasferimento obbligatorio"
Riace, Salvini fa un passo indietro: “Nessun trasferimento obbligatorio”

ROMA – A Riace non ci sarà alcun trasferimento obbligatorio: i migranti si muoveranno solo su base volontaria. È questo il meccanismo che scatta quando un progetto Sprar deve chiudere, perché finisce oppure perché viene revocato dal Viminale. E quanto specificano fonti del Ministero dell’Interno.

Quanto accade ora – spiegano dal Viminale – è che i migranti hanno due opzioni: restare dove sono (e non beneficiare più del sistema di accoglienza), oppure possono andare in altri progetti Sprar nelle vicinanze, naturalmente sulla base delle disponibilità. La proposta di nuova destinazione viene formalizzata dagli operatori del progetto. Ciò non toglie che gli enti territoriali come Comune o Regione possono avviare altri interventi di assistenza.
Il Comune di Riace ha 60 giorni di tempo per fornire la documentazione finanziaria sui migranti che beneficiavano dell’ accoglienza, sia che queste persone decidano di essere trasferite sia che restino nel comune calabrese.

I migranti che da tempo vivono nel comune hanno voluto incontrare il sindaco Domenico “Mimmo” Lucano, che si trova agli arresti domiciliari dal 2 ottobre. “Non vogliamo andare via, qui c’è la nostra vita”, hanno detto i giovani ormai integrati da tempo in città.

Prima del chiarimento del Viminale la direttrice Daniela Di Capua del Servizio Centrale dello Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati, aveva rassicurato i migranti: “Non ci sarà alcuna deportazione da Riace, le persone che sono in accoglienza possono proseguire il progetto di integrazione in un altro progetto Sprar e noi, operativamente, cerchiamo di individuare altri posti che siano adeguati”.

Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ha comunque condannato la decisione del ministro Matteo Salvini e su Twitter scrive: “La deportazione dei migranti è atto violento e disumano. Chi c’è stato sa che il sindaco ha reso vivo e gioioso un luogo desertificato da migrazioni di calabresi. Riace non si tocca! Invece di cacciare i mafiosi deportate le vittime dei trafficanti di morte. Vergogna!”. 

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