Riccardi: “Governo Monti ha avviato il risanamento dell’Italia in 100 giorni”

Pubblicato il 20 Febbraio 2012 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”In cento giorni abbiamo fatto molte cose e oggi la grande speranza e’ quella di una ripresa della societa’ italiana”. Lo afferma al Quotidiano nazionale il ministro Andrea Riccardi a cento giorni di attivita’ del governo spiegando che il merito e’ ”della capacità di una azione coordinata del governo prima di tutto e poi del sostegno responsabile delle forze politiche”.

Sull’opera di risanamento del Paese, afferma Riccardi, ”siamo a buon punto. Abbiamo ripreso credibiltà internazionale, come ha mostrato l’esito del viaggio di Monti negli Stati Uniti». Sul suo ministero che si occupa di cooperazione e dell’integrazione, Riccardi spiega che ”non è facile” mettere in piedi le strutture ”ex novo”.

”La cooperazione – sottolinea – non e’ solo un dovere di solidarietà, ma comporta la presenza del nostro paese in alcune aree del mondo. Pensiamo all’Africa: sarebbe impensabile non essere presenti in Africa, che non è solo una realtà da aiutare ma anche un continente dalle grandi risorse e di notevole importanza strategica”.

sull’Ici ai beni ecclesiastici, il ministro ricorda: ”Sono stato chiaro fin da subito, sostenendo che per le attività commerciali servisse chiarezza” ma avverte: ”c’è tutto il mondo del no-profit da tutelare”, ” è una realtà importante, che in un momento di crisi economica come quella attuale è ancora più significativa, e svolge un’opera di assistenza fondamentale, che va ben oltre il dato confessionale. Anche perché il no-profit non è solo cattolico”.

Sull’attualità politica, Riccardi afferma di scorgere ”segnali interessanti, in tutte e tre le parti politiche: i congressi del Pdl, la riflessione nel Pd, l’annuncio di un congresso di rifondazione per l’Udc”.

Per quanto riguarda l’esperienza di Todi, il ministro osserva: ”Non vedo ora all’orizzonte un nuovo partito cattolico come non lo vedevo allora. Constato che la cultura politica cattolica si è risvegliata e dialoga con la realtà politica”. ”Il Centro – conclude – c’e’ gia’, quello rappresentato dal Terzo polo. Bisogna vedere quanti consensi avrà, e bisogna vedere anche la riforma elettorale”.