ROMA – Lavoro subordinato, tutele, divieto di cottimo e paga minima oraria collegata ai contratti nazionali. Questo l’accordo annunciato dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, il 4 ottobre per i riders.
L’emendamento sarà presentato al Decreto Crisi al Senato che stabilisce i diritti dei ciclofattorini, con un doppio binario: sia per chi lavora in modo continuativo, che per i riders che lavorano occasionalmente. Un’intesa definita “insensata e pericolosa” dai riders che da giorni protestano.
Il ministro ha spiegato: “La maggioranza ha trovato l’accordo sui riders. L’emendamento, che sarà presentato al cosiddetto Decreto Crisi al Senato, prevede per i ciclofattorini impiegati in maniera continuativa le tutele del lavoro subordinato mentre per coloro che lavorano in maniera occasionale un pacchetto minimo di diritti inderogabili (divieto di cottimo, paga minima oraria collegata ai Ccnl, salute e sicurezza, tutele previdenziali) a cui può affiancarsi una regolamentazione specifica tramite la stipula di contratti collettivi”.
Il principale obiettivo di questo intervento, si spiega nel comunicato, “è stimolare, anche in tale settore, la contrattazione collettiva che avrà il compito di regolare in concreto la figura dei rider”. Catalfo si dice “molto soddisfatta” perché, sottolinea, “finalmente anche questi lavoratori avranno maggiori diritti e tutele”.
Il gruppo di rider che nei giorni scorsi si è opposto alla prima versione del decreto manifesta ulteriore e crescente preoccupazione. In una nota, in cui si fa presente come la petizione promossa abbia avuto 800 firme, il portavoce della protesta, Nicolò Montesi, sostiene: “Siamo passati dalla padella alla brace”.
L’emendamento su cui la maggioranza ha trovato l’intesa, sottolinea, “è insensato e pericoloso, perché obbliga le piattaforme a trovare un accordo coi sindacati tradizionali, ma i rider iscritti ai sindacati si contano sulle dita di una mano e il motivo è semplice: siamo lavoratori autonomi e quello che propongono i sindacati è lontano anni luce da quello che interessa a noi”.
Insomma, prosegue, “non capiamo perché il governo dia potere di trattare con le piattaforme a sindacati che non rappresentano nessuno e non invece a noi stessi, che facciamo questo lavoro e sappiamo di cosa abbiamo davvero bisogno. Come sempre, purtroppo, gli unici a non avere voce in capitolo in questa assurda vicenda siamo proprio noi rider”.
Ecco che si torna a chiedere “un incontro urgente al ministro Catalfo per arrivare a una soluzione condivisa: il decreto potrebbe essere corretto semplicemente dando a reali rappresentanti dei rider il potere di trattare a livello aziendale con ciascuna piattaforma, indipendentemente se parte di sindacati tradizionali oppure no”. (Fonte ANSA)