Ridurre i parlamentari? I radicali Bonino, Poretti e Perduca sono contrari

Pubblicato il 11 Giugno 2012 - 15:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Alla vigilia dell’avvio del dibattito in Senato sulla legge costituzionale, i Senatori Radicali Emma Bonino, Donatella Poretti e Marco Perduca hanno presentato un pacchetto di emendamenti di totale opposizione a quando adottato dalla commissione affari costituzionali del Senato. Mercoledì della settimana scorsa i Radicali avevano anche presentato due sospensive relative all’avvio dell’iter legislativo legate alla necessaria modifica del sistema elettorale e alla riforma dell’articolo 49 della costituzione.

In una nota diramata nel giorno in cui si riunisce la Lega per l’uninominale, Bonino, Poretti e Perduca hanno dichiarato che “una riforma che incide sul numero dei parlamentari senza modificare la legge elettorale oltre che ridurre il numero dei parlamentari cancella definitivamente la rappresentatività democratica consegnando le istituzioni all’occupazione della partitocrazia.

Se proprio il problema è l’elevato numero dei parlamentari, i nostri emendamenti non lo rendono piu’ fisso in Costituzione ma legato al numero dei cittadini che dovranno rappresentare ridisegnando l’Italia in collegi territoriali di circa 100mila cittadini”.

Altri emendamenti radicali riguardano gli eletti nelle Circoscrizioni Estero, che diventano Delegati con funzione di osservatori del processo legislativo ma senza diritto di voto. Auspicando altresi’ che con interventi successivi venga reso possibile il voto degli italiani all’estero mettendo a disposizione anche strumenti di voto più certi e meno dispendiosi come il voto on line già utilizzato da altri Paesi.

Si interviene sulle modifiche volte garantire a creare uno “statuto dell’opposizione” salvaguardando non tanto i diritti delle minoranze e alle opposizioni presenti in Parlamento, come viene proposto dal nuovo testo, ma a tutti i singoli parlamentari che devono essere liberi di esercitare appieno il mandato elettorale, legando l’esercizio del dovere di partecipare ai lavori l’indennita’.

Come denunciato relativamente alle recenti nomine per le autorità garanti, i Senatori Radicali con altri emendamenti vogliono “sancire in Costituzione che non solo le sedute del Parlamento siano pubbliche, ma che tutti i lavori di commissioni e giunte possano essere ascoltate al di fuori del palazzo”.

Nell’ottica di restituire agli elettori la funzione di controllo sull’operato del Parlamento si interviene infine sulla terza scheda, quella del referendum, abolendo il quorum e prevedendo la possibilita’ di poter votare anche su accordi bilaterali e concordati, come quello col Vaticano.