ROMA – Mercato del lavoro piu' trasparente e uniforme, diritto del lavoro universale e maggiore flessibilita' in cambio di tutele rafforzate: in un'intervista al Mattino il giuslavorista e senatore del Pd Pietro Ichino evidenzia questi aspetti tra i principi che ispireranno la riforma del mercato del lavoro del governo Monti.
''Mi sembra che sul capitolo del lavoro Monti sia stato, si', sintetico, ma anche molto preciso nell'indicare i cardini della riforma – spiega -: non si applichera' ai vecchi rapporti di lavoro, ma solo ai nuovi; perche' il nuovo diritto del lavoro possa applicarsi davvero a tutti, occorre una nuova nozione di lavoro dipendente che non dia luogo a incertezze interpretative; e dovra' garantire a tutti i nuovi lavoratori dipendenti una protezione basata sulla sicurezza economica e professionale piu' nel mercato che nell'azienda''.
Per Ichino e' tempo quindi che parta il ''confronto con le parti sociali e politiche'', mentre sul tema dell'articolo 18 saranno proprio queste ultime insieme ''a dire quale possa essere un diritto del lavoro davvero applicabile a tutti i lavoratori dipendenti, senza apartheid fra protetti e non protetti''.
Bene anche l'ipotesi di ammortizzatori sociali non piu' per conservare il posto di lavoro ma per traghettare verso una nuova occupazione: ''oggi, per paura di un mercato del lavoro opaco e privo di servizi, tutti stanno aggrappati con le unghie e coi denti al loro posto di lavoro e si spendono fiumi di denaro in Cassa integrazione a perdere, che serve solo a differire il problema, rendendone piu' difficile la soluzione'', per questo ''e' indispensabile che il Paese si attrezzi per l'accompagnamento sicuro dei lavoratori dalla vecchia alla nuova occupazione, garantendoli contro il rischio di perdita di reddito e di dispersione di professionalita' nel passaggio''.