Riforma Università, ddl Gelmini stravolto? Presentati 600 emendamenti

Potrebbero essere circa 600 gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari al ddl di riforma dell’università in discussione alla Camera. A chiedere modifiche al testo licenziato a luglio dal Senato ”sono stati tutti i gruppi parlamentari – ha riferito la relatrice Paola Frassinetti (Pdl) – nessuno escluso. Gli uffici stanno controllando gli emendamenti in queste ore, ma corre voce che ne siano arrivati circa 600. Il 5 ottobre cominceremo la loro discussione e votazione in Commissione Cultura”.

Il termine ultimo per il deposito degli emendamenti al ddl Gelmini era il 4. Anche la stessa Frassinetti ne ha presentati una decina: “Il più importante riguarda l’istituzione di un fondo per la valorizzazione del merito finalizzato a finanziare la chiamata di 1.500 professori di II fascia per ciascuno degli anni dal 2011 al 2016 e a valorizzare il merito accademico dei professori e ricercatori inquadrati nella prima progressione economica, nel periodo 2011-2013”.

Con queste modifiche al testo, ha osservato Frassinetti, ”si darebbe la possibilità a 9 mila ricercatori di diventare professori associati” e in secondo luogo ”si consentirebbe l’allocazione di scatti di merito a professori e ricercatori attraverso modalità premiali e sulla base della valutazione del merito”.

Nel pomeriggio anche il Pd ha presentato il suo ”pacchetto di emendamenti”, chiedendo, in particolare, ”la cattedra per i ricercatori a tempo determinato dopo 6 anni di esperienza e la ripartizione del 50% dei finanziamenti destinati agli atenei secondo i risultati conseguiti. Altro punto ”chiave” per i democratici, il raggiungimento per l’Italia del livello medio Ocse di investimenti per il sistema universitario.

Tra gli altri, il commissario di Futuro e libertà per l’Italia, Claudio Barbaro, ha proposto un emendamento affinché ciascun ateneo, a seconda delle proprie esigenze, possa stabilire in maniera autonoma l’importo delle tasse universitarie per gli studenti e la deduzione dell’80% delle eventuali donazioni agli atenei da parte dei privati a partire dal 2012.

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