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Riforma università, la proposta del Pd: “Professori dopo 6 anni come ricercatori”

di Alberto Francavilla |4 Ottobre 2010 20:54

In cattedra dopo 6 anni di esperienza come ricercatore a tempo determinato: è stata questa la richiesta formulata il Partito Democratico, che oggi pomeriggio ha presentato ”un pacchetto di emendamenti” al ddl università, in discussione alla Commissione Cultura della Camera. Il Pd ha proposto diverse modifiche al testo presentato dal ministro Gelmini e in particolare chiede che ”il 50% dei finanziamenti agli atenei sia ripartito secondo i risultati conseguiti”.

Gli altri emendamenti ”prevedono che l’Italia raggiunga il livello medio Ocse di investimenti per il sistema universitario; che i meccanismi per garantire il diritto allo studio tengano insieme merito e reddito; che ai giovani precari sia attivato un contratto di lavoro con adeguate tutele sociali; che sia istituita una carriera unica del professore universitario alla quale si acceda con idoneità e valutazione; che venga sbloccato il turn-over e le inique misure contro il personale previste dalla manovra estiva”.

”E’ un pacchetto di emendamenti – ha commentato la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni – che riprende idee coraggiose di rinnovamento delle università e che riscrive profondamente il ddl Gelmini. Su questi emendamenti sfidiamo il Governo e le diverse forze della maggioranza”.

In generale, per il Pd questa riforma dell’università è ”profondamente sbagliata perchè inserita in una logica di tagli, lesiva dell’autonomia degli atenei, che non garantisce le legittime aspettative di chi già lavora nelle università e chiude le porte ai giovani. La verità è che con questa legge si rischia di perdere un’intera generazione di talenti che ha già pronte le valigie per andare all’estero dove verrebbe valutata solo per il proprio valore scientifico”.

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