Dalla corruzione al nucleare: la paralisi della maggioranza che blocca le riforme

Lo scandalo della “cricca” sui Grandi Eventi e della “loggia” con le sue trame di corruzione hanno avuto il merito di sollevare, solo qualche mese fa, un’ondata di disgusto sull’attività di alcuni ambienti vicini alla politica e di alcuni amministratori del bene pubblico.

Lo ricorda Sergio Rizzo nel suo editoriale oggi sul Corriere della Sera. La conseguenza politica di quella protesta dell’opinione pubblica fu una legge approvata dal Consiglio dei ministri: l’ineleggibilità  degli amministratori corrotti. Peccato che sia poi caduta nel dimenticatoio, incagliata da 6 mesi nell’iter che un disegno di legge fa tra Camera e Senato prima di diventare legge.

Il tutto a causa di uno scontro interno alla maggioranza che sta paralizzando questo come altri importanti provvedimenti. Mancano all’appello la legge sulla concorrenza (pensata per rimediare alle storture denunciate dall’Antitrust), sospesa anche a causa della mancanza di un ministro per lo Sviluppo economico. Mancano ancora la riforma della professione forense, quella contro l’usura, manca la nomina dell’Agenzia per la sicurezza che dovrebbe rilanciare il nucleare in Italia. Tutto fermo: “Che questa sia la nuova via della semplificazione normativa?” conclude Rizzo.

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