Risiko Quirinale, rischio rinvio: Letta continua le sue trame silenziose, Draghi fa la sfinge, Conte all’angolo

Quirinale, ultimi retroscena sulla corsa al Colle: Letta spinge Draghi al Quirinale così può prendersi Palazzo Chigi. 

E tanto per essere chiaro schiera il Pd contro il nucleare. Immediatamente è spuntato Chicco Testa e lo ha bacchettato su Twitter dicendo che sul gas ha fatto  un colossale autogol (eufemismo). Cerca, l’ex premier, di tenere il pallino in mano.  Una impresa titanica. Nel  Pd aumentano gli anti-Mario e cresce il fronte per la rielezione di Sergio Mattarella. Bell’ambientino.

I “giovani turchi’ di Matteo Orfini agitano le acque per un Mattarella -bis. Tira aria di resa dei conti tra le varie tonalità di rosso, il ginepraio dem è sotto gli occhi di tutti. Non è finita. A dare una idea della confusione che regna ci si è messa l’incognita Omicron che può mettere fuori gioco 80-100 grandi elettori.

Mattarella può restare oltre il 3 febbraio in “regime di protogatio”. Ma lui non ne vuole sapere. Sono sei mesi che non perde l’occasione di dichiarare in pubblico la sua indisponibilità; l’ultima volta a Capodanno.

Come finirà la corsa al Quirinale?

In Transatlantico molti ripetono che “finirà che gli toccherà di restare”.  La parola “rinvio“ è la più ricorrente. Per carità, è solo un rinvio tecnico imposto da una tenaglia micidiale. Covid e le baruffe tra i partiti che non riescono a trovare il profilo giusto del successore.

Un indizio: è stato sospeso il trasloco degli scatoloni con le carte, i libri e gli effetti personali  a Palazzo Giustiniani. Non è un dettaglio di poco conto. In ogni caso se le votazioni ,alla fine del settennato,  non avessero sortito alcunché, potrebbe subentrare – come supplente- Elisabetta Casellati, seconda carica della Repubblica. Il rebus continua.

E Draghi? Continua a fare la sfinge silenziosa. E circolano voci secondo le quali Letta non escluderebbe nemmeno le urne anticipate. Scenario comunque avversato da gran parte dei parlamentari dem, soprattutto dagli ex renziani.

Ma che dicono i pentastellati?

I senatori grillini sono per il Mattarella-bis, non si fidano del loro leader Conte. Spietato Renzi: “Conte nei Cinquestelle non controlla più niente”. In effetti la parabola di Giuseppi è in fase avanzata di autodistruzione. È ormai un leader senza leadership.

Dodici mesi fa galleggiava in un mare di consensi, oggi anche il Pd lo ha abbandonato come abitualmente gli succede con gli amori precoci e interessati. I fan di Giuseppi si sono squagliati. È caccia aperta ai 233 parlamentari Grillini – il numero più consistente – che eleggeranno il presidente della Repubblica. Tutti gli scenari al  Colle sono possibili.

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