Rissa al Governo. Tremonti a Brunetta: “Ti prendo a calci in culo”

Pubblicato il 13 Novembre 2009 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

tremonti_brunettaAlla fine Tremonti non ce l’ha fatta più. Dopo l’ennesimo scontro con Brunetta in Consiglio dei ministri, al tentativo di riconciliazione previa stretta di mano, il furioso Giulio così lo ha apostrofato: «Non ti avvicinare, altrimenti ti prendo a calci in culo».

Stando alla descrizione del Corriere della Sera di venerdì 13 novembre, la ratifica in Consiglio dei ministri del leggero, ma da tutti invocato, taglio delle tasse, si è svolta in un clima tutt’altro che sereno. Mentre il premier Silvio Berlusconi appariva stanco e sorprendentemente laconico – addirittura sonnecchiante – fra i ministri la tensione è salita al massimo, con il titolare all’Economia Tremonti come al solito al centro delle dispute più veementi.

La tensione era attribuibile a una serie di fraintendimenti: i ministri riuniti credevano di votare la riduzione dell’Irap e degli acconti dell’Ires. In realtà nel documento preparato da Tremonti di Irap non c’era più traccia e insieme al piccolo taglio favorevole alle imprese ce n’era uno , modesto ma significativo, sull’Ire (la vecchia Irpef) per non scontentare i sindacati che avevano minacciato lo sciopero generale. Insomma al decreto sarebbe stata data una «registrata», e si sarebbe deciso di tagliare l’imposta sui redditi «per una ragione di giustizia e di equità sociale». Qualche euro in più per tutti in tasca, alla vigilia di Natale.

L’alterco poi degenerato a male parole tra Tremonti e Brunetta ha una spiegazione. Il ministro della Pubblica Amministrazione ha provato a presentare un altro pezzo della sua famosa riforma. Tremonti non ha esitato a bocciare il «professor Renato»: «Non si fa la semplificazione con una nuova regolamentazione », ha iniziato a ripetere dando sulla voce del collega. Si è scatenato il parapiglia, e per una volta Letta è intervenuto a sostegno di Tremonti.

Altro scontro, questa volta entro i limiti dell’urbanità, con la Prestigiacomo. Al ministro dell’Ambiente che chiedeva 5 milioni, il poco trattabile Tremonti rispondeva: «Cara Stefania, questo modo siciliano che hai di ragionare… ». Alla Prestigiacomo la battuta non è piaciuta per niente: «A me certe battute non le fai. Poi visibilmente turbata ha abbandonato l’arena: «Me ne vado, sennò gli alzo le mani». Risultato, la sua richiesta è stata procrastinata.