Ristoranti Camera e Senato deserti: politici in fila per il riso bollito

Il Senato (Lapresse)

ROMA – Da quando sono scattati gli aumenti nei ristoranti di Camera e Senato, i parlamentari italiani, per risparmiare qualche euro, hanno cambiato abitudini alimentari. Senatori che ora entrano, regolarmente, alla buvette di Palazzo Madama e che pazienti, si mettono in coda al bancone. Lo sguardo dei senatori scorre sulle proposte del giorno: riso bollito, prosciutto e mozzarella. E ancora, un pesce sobrio, un merluzzo. Verdure grigliate, le più vendute (1 euro e 80 centesimi a porzione).

Niente a che vedere ovviamente con il ristorante dove i senatori della Repubblica potevano sedersi comodi, usare le posate d’argento e scegliere su una carta variegata, con prezzi bassissimi. Esempi: carpaccio di filetto con salsa al limone, 2 euro e 76, bistecca di manzo, 2 euro e 68, lamelle di spigola con radicchio e mandorle, 3 euro e 34.

Ma all’inizio di quest’anno il listino prezzi fu aumentato tra lo sgomento generale e il senatore Luigi Compagna del Pdl sintetizzò così: “La verità è che hanno triplicato i prezzi. E molti di noi, a questo punto, vanno a mangiare lontano da questo Palazzo”.

Il Corriere della Sera riporta alcuni esempi. Alcuni cominciano ad averne abbastanza pure del ristorante “Sapore di mare”, che sta al numero civico 36 di via Piè di Marmo. Certo: la convenzione messa su dal senatore Valerio Carrara, eletto nel Pdl e poi passato nel gruppo di Coesione nazionale, è accettabile (20 euro per tre antipasti, un primo e una bottiglia di acqua minerale; basta esibire il tesserino di parlamentare all’ingresso): però mangiare tutti i giorni bruschette di seppia e cicoria, involtini di gamberone al radicchio e basilico, paccheri con cozze e pecorino alla lunga può provocare un lieve senso di nausea.

Snob, l’onorevole Amedeo Laboccetta, che è di Napoli e che, quindi, il pesce sa come e quando mangiarlo. “Io, veramente, preferisco non seguire il gruppone dei colleghi… dopo averli avuti accanto tutta la mattina in Transatlantico, preferisco pasteggiare da solo”. Comunque la maggior parte dei parlamentari davvero sembra non si siano rassegnati a spendere qualche euro in più per nutrirsi. La maggior parte, non tutti. Poi ci sono quelli che andavano e continuano ad andare da “Fortunato”, il famoso ristorante a pochi passi da piazza della Rotonda. Il proprietario, che di nome fa appunto Fortunato, comincia orgoglioso il suo rosario. “Sono miei clienti Verdini, Bondi, Schifani, Bersani…”. Qui si paga con carta di credito color platino. Qui, la metà dei pensionati italiani, quelli che vivono con meno di mille euro al mese, potrebbe permettersi solo dieci pranzi.

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