Rivarolo Canavese (Torino): comune sciolto per mafia

Pubblicato il 22 Maggio 2012 - 16:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il comune di Rivarolo Canavese (Torino) è stato sciolto per mafia: il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia, del Consiglio comunale del piccolo comune piemontese.

Il consiglio comunale di Rivarolo Canavese è guidato dal sindaco Fabrizio Bertot, 45 anni, eletto nel 2008 per una coalizione di centrodestra. Il suo nome è finito nelle intercettazioni dell’inchiesta ‘Minotauro’ della Procura di Torino sulle infiltrazioni mafiose in Piemonte. Nella stessa inchiesta era stato coinvolto il direttore generale del Comune, Antonino Battaglia, arrestato per concorso in associazione mafiosa e poi scarcerato.

Proprio Battaglia era tra stato tra gli organizzatori della campagna elettorale di Bertot, candidato alle Europee del 2009. In quel periodo – secondo gli investigatori – avrebbe presentato il sindaco Bertot a esponenti della malavita, tra i quali Giuseppe Catalano, il boss che si è ucciso un mese fa gettandosi dal balcone della sua villa, a Volvera (Torino) dove era agli arresti domiciliari.

Per la Procura, Bertot era stato presentato – si legge nell’ordinanza – ad ”alcuni degli affiliati alla ‘ndrangheta più rappresentativi della Provincia di Torino. In particolare, dopo la presentazione ufficiale del candidato agli esponenti della ‘ndrangheta della provincia, Catalano ha iniziato personalmente una trattativa finalizzata al cosiddetto voto di scambio: come contropartita all’appoggio elettorale era prevista la dazione di 20 mila euro”.

Bertot aveva commentato spiegando che Catalano è solo ”una delle tante persone incontrate in campagna elettorale”. L’incontro sarebbe avvenuto alla periferia di Torino, in un bar che era gestito dallo stesso Catalano.

Il sindaco ha così commentato: ”E’ una decisione inaspettata e assurda. Aspetto di saperne qualcosa di più e poi faremo gli eventuali ricorsi”. ”Non c’è alcun atto del Comune che sia finito in qualche inchiesta – aggiunge Bertot – e nulla di ciò di cui è accusato Battaglia riguarda attività dell’amministrazione di Rivarolo”.

”Per quanto mi riguarda – aggiunge Bertot – non ho mai neppure parlato al telefono” con gli esponenti della malavita indagati nell’inchiesta Minotauro. ”Avevo tenuto – aggiunge – un ‘comizietto’ in un bar di Torino dove ho poi scoperto che c’era Catalano, ma neppure sapevo chi fosse. Ed erano iniziative legate alla candidatura per le Europee, dove poi non sono stato neppure eletto”.

”Ripeto – aggiunge il sindaco di Rivarolo – aspetto di leggere le argomentazioni, ma lo scioglimento mi sembra davvero una cautela delle cautele. Sto per finire il secondo mandato, mi mancano dieci mesi, e ho sempre fatto il sindaco gratuitamente, per il bene della società”.