ROMA – “Cècile Kyenge sembra un orango”: la “battuta” del vice presidente leghista del Senato, Roberto Calderoli, ha scatenato il dovuto putiferio. Tanto da far alzare la voce anche al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si è detto “colpito e indignato per i gravi episodi di questi giorni che dimostrano tendenze all’imbarbarimento della vita civile”, con riferimento anche alle minacce di sabato a Mara Carfagna e all’incendio al liceo Socrate di Roma.
Solo dopo le parole del Colle Calderoli si è deciso a scusarsi. ”Ho parlato poco fa al telefono col ministro Kyenge e mi sono scusato”, ha detto all’agenzia Ansa. ”Ci siamo chiariti e ci siamo dati appuntamento in Parlamento per un confronto franco e leale”.
Poco prima di Napolitano era stato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a chiedere le scuse di Calderoli. Il Pd è stato compatto nel definire “inaccettabili” le parole del leghista. Il segretario, Guglielmo Epifani, ha chiesto le dimissioni del senatore.
Anche dal Pdl il segretario e vicepremier Angelino Alfano e la portavoce vicaria Anna Maria Bernini hanno espresso solidarietà alla ministra per l’Integrazione Kyenge. Soprattutto le donne del Pdl hanno avuto parole di sostegno per la collega.
Il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, ha accusato il clima di intolleranza dilagante: “Ieri è toccato alla Carfagna, oggi alla Kyenge. Episodi diversi, ma entrambi espressione di pregiudizi e arretratezza culturale”. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso a Kyenge la sua “affettuosa solidarietà”.
In difesa di Calderoli si sono levate alcune voci dalla Lega. Francesco Speroni, capo delegazione leghista al Parlamento europeo, ha detto:
“Dal punto di vista fisico Calderoli può anche avere ragione. D’altronde si diceva che Celentano sembrasse uno scimpanzè. I paragoni tra animali e personaggi ci possono stare. Non si tratta assolutamente di razzismo. La Kyenge? Beh, è rotondella e paffuttela. Mi ricorda l’omino della Michelin”.
Matteo Salvini se la prende con la stampa:
“Molti giornalisti italiani mi fanno schifo. A qualcuno scappa una battuta del cavolo, non dovrebbe succedere ma può capitare, e’ capitato anche a me in passato, e diventa la notizia del giorno. Non sono giornalisti, ma servi: ci divertiremo”.
Del resto non è la prima volta che politici leghisti attaccano Cècile Kyenge, primo ministro nero della storia italiana. Mario Borghezio, definendo la nomina di Kyenge a ministro dell’Integrazione una “scelta del cazzo”:
Da ultimo è stata proprio una donna, il consigliere di quartiere di Padova Dolores Valandro, a fare l’insulto forse peggiore: Perché non la stuprano?”, scrisse sulla sua pagina Facebook. Adesso la consigliera è stata rinviata a giudizio per istigazione a commettere atti di violenza sessuale per motivi razziali.
I commenti sono chiusi.