Roberto Cota si arrende: elezioni in Piemonte il 25 maggio

Roberto Cota si arrende: elezioni in Piemonte il 25 maggio
Roberto Cota (Foto Lapresse)

TORINO – Roberto Cota si arrende: in Piemonte si voterà il 25 maggio. Dopo un lungo tira e molla il presidente della Regione ha firmato il decreto che fissa le elezioni regionali per quella data. A meno di colpi di scena, i piemontesi andranno a votare contestualmente con le elezioni europee e comunali. Se Cota non avesse firmato il decreto sarebbe scattato il commissariamento e sarebbe stato il Prefetto di Torino, Paola Basilone, a convocare le elezioni.

Contemporaneamente a quello sulle elezioni, Cota ha emanato il decreto per il nuovo riparto delle circoscrizioni dei 40 seggi del Consiglio Regionale in base alla popolazione residente in Piemonte: 21 a Torino, 5 a Cuneo, 4 ad Alessandria, 3 a Novara, 2 ciascuna a Biella, Asti, Vercelli, 1 al Verbano-Cusio-Ossola.

I restanti dieci seggi saranno assegnati con sistema maggioritario al listino legato al presidente. Una legge regionale varata nel corso della legislatura aveva ridotto il numero dei consiglieri, portandolo da 60 a 51: cinquanta consiglieri più il presidente.

Nell’annunciare la firma del decreto Cota ha tenuto a precisare che

“è pendente un ricorso in Cassazione che deciderà in ultima istanza: speriamo lo faccia in tempi rapidi, per evitare di creare ulteriori incertezze. Ho fatto di tutto in questi mesi per contrastare questo scempio e difendere non il mio diritto a terminare il mandato, ma la democrazia e il voto dei piemontesi. Aggiungo l’importanza di completare le riforme”.

Cota ha precisato di aver “dovuto” firmare il decreto di indizione delle regionali.

“L’ho dovuto fare perché è intervenuta dopo quattro anni una sentenza del Tar, confermata dal Consiglio di Stato, che ha annullato le elezioni regionali del 2010, pur non essendo mai stato in discussione il risultato delle stesse – ha detto – I piemontesi hanno espresso voti veri, scegliendo chiaramente il presidente della Regione”.

Secondo Cota,

“la cancellazione del voto popolare è resa ancora più incomprensibile dal fatto che le irregolarità accertate, addirittura dalla Cassazione, nei confronti di una lista collegata alla Bresso, non sono state prese in considerazione”.

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