MILANO – Roberto Formigoni è indagato nell’inchiesta sulla fondazione Maugeri che ha scosso la sanità lombarda. Al presidente della Regione Lombardia è stato notificato un invito a comparire dalla procura di Milano. L’ipotesi di reato formulata dai giudici nei confronti di Formigoni è quella di corruzione aggravata. Secondo la procura di Milano Formigoni sarebbe stato corrotto in qualità di presidente della Regione Lombardia con ‘utilità’ per un valore di circa 8,5 milioni di euro in relazione a 15 delibere regionali con cui sarebbero stati stanziati rimborsi alla Fondazione Maugeri per circa 200 milioni di euro in 10 anni. Formigoni però prende la parola e dice: “Tutto qui? Nelle carte non c’è nulla. Ho letto le carte, e a una seconda lettura mi sono detto: ‘tutto qua? Qui la corruzione la ghe minga. Scusate, qua l’atto corruttivo dov’e’? Qua la corruzione dov’e’? Io non l’ho trovata’”. E poi: “Io rimango al mio posto”.
Formigoni, ha riferito l’Ansa, è indagato dal 14 giugno. La sua iscrizione è stata dissecretata solo il 25 luglio con la notifica di un’informazione di garanzia con contestuale invito a comparire per corruzione aggravata dalla transnazionalità in concorso con altri.
Il reato contestato a Formigoni è aggravato dalla transnazionalità in concorso con altre persone per i fatti che sarebbero stati commessi a Milano e all’estero dal 2001 al novembre del 2011.
Scrive l’Ansa che la contestazione dell’aggravante per Formigoni è legata alle condotte delle persone arrestate ad aprile nell’inchiesta sul caso Maugeri, tra cui Pierangelo Daccò e l’ex assessore Dc Antonio Simone. Secondo l’accusa, infatti, sarebbe stata messa in piedi un’associazione per delinquere che operava anche attraverso conti all’estero, e in particolare in Svizzera e riconducibili a Daccò e al suo collaboratore Giancarlo Grenci. Da qui l’aggravante della transnazionalità.
Inoltre, a Formigoni vengono contestati fatti commessi tra Milano e l’estero dal 2001 al novembre del 2011, lo stesso periodo in cui, secondo le indagini, avrebbe operato l’associazione che avrebbe preso fondi dalle casse della Maugeri per dirottarli all’estero.
In una nota firmata dal procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, si legge che ”in data odierna è stata notificata al pres. Roberto Formigoni informazione di garanzia per i reati di cui agli artt. 81 cpv 110, 319, 321 cp e art. 4 l.146/06 in concorso con Pierangelo Daccò, Umberto Maugeri, Costantino Passerino, Antonio Simone e altri” per fatti commessi in Milano e all’estero dal 2001 al novembre 2011”, con contestuale invito a comparire. Non è stato ipotizzato il finanziamento illecito ai partiti.
Durante un’audizione al Senato, Formigoni ha detto che la Regione non ha nessuna responsabilità sul controllo dei bilanci delle fondazioni San Raffaele e Maugeri: ”Bisogna tener presente che questi sono Irccs, enti a rilevanza nazionale. La vigilanza sui loro bilanci spetta al ministero della Salute”.
Formigoni: Io resto. In una conferenza stampa dopo la notifica delle indagini Formigoni ha poi detto: “Io rimango al mio posto, perché so che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei. Qual è l’atto corruttivo? Dov’è la corruzione? Io non l’ho trovata. Sono tranquillo, non ho proprio nulla da temere dopo la lettura degli atti. Si tratta dei soliti episodi, che ho già definito falsi o non a me riferibili o gravemente alterati. Sono fatti falsi dall’inizio alla fine. E’ l’accusa che parla, poi parlerà la difesa e, infine, eventualmente un giudice terzo”.
”Se fossi andato al San Raffaele – aggiunge il governatore della Lombardia – per vedere i bilanci mi avrebbero detto: ‘sta a ca’ tua”’. Poi: “Non c’è mai stato alcun vantaggio per il San Raffaele e la Maugeri, non c’è stato alcun danno per la Regione Lombardia”.
Poi un attacco ai giornalisti: ”Alcuni di voi sono stati degni gazzettieri” dei magistrati – ha detto Formigoni – Avete svolto il compito che vi siete auto affidati con grandissima diligenza”.
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