ROMA – Roberto Gualtieri (del Pd) è il nuovo ministro dell’Economia del governo Conte Bis: un politico torna a sedersi alla monumentale scrivania che fu di Quintino Sella.
Europeista convinto, professore universitario, il profilo di un tecnico ma un cammino alle spalle tutto politico. Prima di lui, l’ultimo uomo di partito a occupare quella poltrona è stato Giulio Tremonti nel quarto governo Berlusconi (2008-2011). Successivamente a varcare il portone di Via XX Settembre sono stati solo tecnici: Mario Monti, Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni, Pier Carlo Padoan (che ora è deputato del Pd ma è arrivato al Mef dall’Ocse) e Giovanni Tria. Volgendo lo sguardo ancora più indietro, ancora una sfilza di tecnici e bisogna risalire alla Prima Repubblica per trovare un politico ‘puro’ alla guida dei conti dello Stato, addirittura al governo De Mita del 1988-89 quando Giuliano Amato ricoprì la carica di ministro del Tesoro accanto a Emilio Colombo alle Finanze e Amintore Fanfani al Bilancio.
Romano del quartiere Monteverde, classe 1966, Gualtieri è un uomo timido, riservato, uno studioso, come lo descrive chi lo conosce. Una laurea in lettere conseguita con 110 e lode e un dottorato di ricerca in Scienze Storiche, tesi su Commercio estero e sviluppo. Storico legato all’Istituto Gramsci, autore di diverse pubblicazioni, tra cui una sulle Istituzioni europee curata con Giulio Amato. Professore associato in Storia contemporanea all’Università La Sapienza, editorialista e collaboratore di diversi quotidiani e riviste. E’ stato iscritto alla Fgci, l’organizzazione dei giovani comunisti del Pci. Ha militato per anni nei Democratici di Sinistra, ha fatto parte prima della segreteria di Roma e poi del consiglio nazionale, prima di contribuire a redarre il Manifesto per il Partito democratico e di entrare a fare parte della direzione del Partito nel 2008. Ex dalemiano, era nei ‘giovani turchi’, la corrente Pd guidata da Orfini. E’ stato per un periodo vicino a Renzi ma oggi è considerato vicino al segretario Zingaretti.
Nel 2009 è approdato a Strasburgo, sempre in quota Pd. E’ stato membro del team negoziale del Parlamento europeo per la creazione del Servizio Europeo per l’Azione esterna e per il Fiscal Compact. Ha preso parte tra il 2012 e il 2013 al gruppo di lavoro presieduto da Herman Van Rompuy per la riforma dell’Unione Economica e Monetaria. Tra gli eurodeputati più influenti, per due volte presidente della commissione per i Problemi economici e monetari del Parlamento europeo, riconfermato in questa legislatura nell’incarico grazie a Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che gli ha ceduto il posto nella circoscrizione Centro optando per il seggio siciliano. E’ membro del gruppo direttivo sulla Brexit nonchè sherpa per le negoziazioni con la Gran Bretagna. (Fonte Agi).