MILANO – Chiamavano le tangenti “Big Babol”, come le famose gomme da masticare. Era questo il gergo utilizzato dalle persone coinvolte nell’inchiesta sulla corruzione, che ha portato all’arresto del vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, Franco Nicoli Cristiani. A casa del consigliere Pdl, tra l’altro, i carabinieri hanno trovato 100 mila euro divisi in due buste: i soldi erano in pezzi da 500.
Nicoli Cristiani avrebbe ricevuto nel settembre scorso dall’imprenditore Pierluca Locatelli: in questo modo, sostiene l’accusa, il consigliere avrebbe accelerato l’iter di autorizzazione della discarica di Cappella Cantone (Cremona). Le banconote erano chiamate Big Babol. Secondo Paolo Berizzi, su Repubblica, a coniare l’espressione sarebbe stata Rocca Orietta Pace, moglie di Pierluca Locatelli, l’imprenditore che voleva i favori.
Le indagini coordinate dai pm bresciani Silvia Bonardi e Carla Canaia, hanno portato oltre alle dieci misure cautelari anche al sequestro di una cava trasformata in discarica di amianto a Cappella Cantone (Cremona), di un impianto di trattamento rifiuti a Calcinate (Bergamo) e di due cantieri della Brebemi (l’autostrada Brescia-Bergamo- Milano), uno a Cassano d’Adda (Milano) e l’altro a Fara Olivana con Sola (Bergamo).
Nel corso dell’inchiesta è stato arrestato anche Giuseppe Rotondaro, coordinatore degli staff della direzione generale di Arpa lombardia.