ROMA – Conte, Di Maio e M5S tutto lo difendono, mettendo l’illegittimità della diffusione dell’audio prima delle parole dette. Il ministro Tria invece non la prende per niente bene. Sulla manovra economica irrompe l’audio del portavoce della Presidenza del Consiglio, Rocco Casalino: “O ci trovano quei 10 miliardi o nel 2019 ci dedicheremo a farli fuori”. Un audio ruvido nel quale Casalino punta il dito contro i tecnici del Tesoro, “assolvendo” il ministro Giovanni Tria dalla “colpa” dell’eccessiva prudenza. L’invettiva contro i tecnici del Mef non è una novità dalle parti del M5S e viene rilanciata prima da Alessandro Di Battista e poi da Luigi Di Maio innescando l’ira di Tria. E mentre il premier Giuseppe Conte blinda Casalino, dalla Lega, sul portavoce di Palazzo Chigi, arriva solo una ventata di gelo.
L’audio del portavoce del governo – pubblicato da La Repubblica e da Il Giornale – arroventa ancora più il clima attorno alla manovra. Perché, al di là della polemica sulla loro diffusione, le parole di Casalino fotografano lo scontro in atto nel governo e tra una parte dell’esecutivo e i tecnici del Tesoro. “C’è chi rema contro, ovvero una parte della burocrazia dei ministeri. Il sistema negli ultimi 20 anni, ha piazzato nei gangli fondamentali dello stato dei servitori dei partiti e non dello Stato”, attacca Di Maio. E le sue parole arrivano poco dopo che fonti del Tesoro sottolineano la piena fiducia di Tria nei dirigenti e nelle strutture tecniche del suo ministero. Non solo. Dallo stesso Tesoro si entra nel merito dello scontro: “le coperture e l’attribuzione delle risorse non spetta alle strutture tecniche ma sono una scelta politica”, precisano fonti di via XX settembre.
Per l’intera giornata “la megavendetta” annunciata via whatsapp da Casalino risuona per ore sui media ponendo più di un imbarazzo ai due alleati di governo. E, non a caso, la Lega replica con inedito gelo. “Non mi appassionano gli audio rubati”, si smarca Matteo Salvini. “Casalino non ha il potere di cacciare nessuno”, sottolinea invece il sottosegretario Giancarlo Giorgetti nelle stesse ore in cui, all’unisono, i parlamentari del M5S diffondono note di solidarietà a Casalino replicando all’ondata di attacchi che arriva da da Pd e FI. “Le parole di Casalino sono inaudite, Conte lo licenzi”, sottolinea infatti il segretario Dem Maurizio Martina mentre il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, non usa mezzi termini: “le purghe del M5S ricordano Stalin, la Lega li fermi”.
La controffensiva di Casalino arriva invece nel primo pomeriggio di sabato. “La mia era una conversazione privata, la sua pubblicazione viola il principio costituzionale della tutela alla riservatezza”, attacca il portavoce del governo frenando, allo stesso tempo, sulla sua invettiva anti-tecnici: “Ho usato termini certamente coloriti ma non c’è nessun proposito da perseguire in concreto”.
E, subito dopo, arriva la “piena fiducia” del premier Conte, che sposa totalmente la linea del suo portavoce. “La diffusione dell’audio tradisce fondamentali principi costituzionali e deontologici. Non commento una dichiarazione carpita in questi termini”, spiega il premier da San Giovanni Rotondo assicurando, ancora una volta, “la compattezza” del governo sulla manovra. Una manovra sulla quale il M5S promette battaglia. “Se i tecnici del Mef ci mettono i bastoni tra le ruote vanno cacciati”, è la trincea che Di Battista mette in campo per Casalino, difeso anche dal presidente della Camera.
“E’ assurdo che giornalisti che ricevono un messaggio facciano uscire le proprie fonti”, sottolinea Roberto Fico.
Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev