Rocco Casalino, miracolo italiano alla rovescia: Rocco Casalino la voce del padrone modello movimento Rocco Casalino, miracolo italiano alla rovescia: Rocco Casalino la voce del padrone modello movimento

Rocco Casalino, miracolo italiano alla rovescia: Rocco Casalino la voce del padrone modello movimento

Rocco Casalino, miracolo italiano. Come un signore diventi senza un vero perché la voce del governo, anzi la Voce (ci perdoni Frank Sinatra). Rocco Casalino, la voce e forse un po’ anche la mente di Palazzo Chigi abitato da Giuseppe Conte. Ma forse questa della mente era solo auto marketing e super credito millantato, vai a sapere. Di certo Rocco Casalino intonava la sua di voce come la voce del potere e come tale la percepivano (la volevano percepire) giornalisti, politici, direttori, membri del governo. Dal Grande Fratello a Voce del Potere, eccolo il miracolo italiano incarnato e vissuto e mostrato dalla carriera e ruolo di Rocco Casalino. Rocco Casalino, miracolo alla rovescia.

I maxi scatoloni di Rocco Casalino

Vi è sempre un che di inelegante e antipatico nel salutare uno che lascia ricordando e rimarcando peccati e vizi quando il criticato è in ritirata e inoffensivo. Ma stavolta non è sparare sulla Croce Rossa e non è neanche tanto uno sparare, è solo ricordare, a futura e presente memoria, cosa la pubblica opinione e l’elettorato abbiano a maggioranza voluto e votato neanche tre anni fa. Rocco Casalino non è solo uno tra i tanti dei tempi e dei modi che pubblica opinione ed elettorato abbiano voluto, Rocco Casalino è la storia, in perfetta miniatura, di una antropologia.

Casalino è l’uomo movimento, sia del Movimento con la maiuscola, cioè M5S, sia, ancor di più, della cultura dei movimenti tutti, quelli dove in seduta di gruppo, ci si disintossica dall’esser cittadini e si diventa gente. Quelli insomma dove i bisogni, non sempre primari e comunque individuali o di clan, diventano diritti da esigere subito e in toto. Quelli, anche, dove uno svelto, come si dice, svolta. Ora Rocco Casalino è agli scatoloni e raccontano li stia facendo con non poco fegato ingrossato. Però prima aveva svoltato eccome, abbastanza per una vita.

L’ultimo messaggio della Voce: non votate Draghi. Prima c’era stato: “Renzi lo asfaltiamo”

Racconta Fabrizio Roncone (Corriere della Sera) che l’ultimo messaggio della Voce sia stato: non votate Draghi. Messaggio rivolto a M5S, a tutti. Messaggio, se davvero c’è stato, più di stizza che di indicazione politica. Ma forse Casalino non ha detto proprio così, forse si è morso la lingua, forse. D’altra parte non è che fosse gran che come consigliere politico. La sua penultima era stata: “Andiamo in Parlamento e Renzi lo asfaltiamo”.

Politica vil mestiere, non quello di Casalino

Ma non era e non è la politica il mestiere di Rocco Casalino (se per questo anche Giuseppe Conte le regole base del gioco della politica una studiatina avrebbe dovuto darla). Casalino era altro, è altro: nel suo piccolo è il potere in mano agli senza arte né parte ma svelti eccome se svelti. Qualcosa come i giocattoli delicati e complicati in mano alla genuina ferocia esplorativa e possessiva dei bambini di pochi anni. Li afferrano, li esibiscono, li sfasciano.

Dall’ufficio sgabuzzino al ringraziatemi per il Recovery

Sul Corriere della Sera appunto una mini antologia del Casalino voce del potere. La prima frase, quando gli fu mostrato l’ufficio a Palazzo Chigi in cui avevano lavorato i suoi predecessori: “Ma è uno sgabuzzino”. Casalino ottenne ufficio a metratura maxi e in fondo aveva ragione, lui non aveva predecessori, quelli di prima addetti alla stampa, alle notizie, al rapporto con la pubblica opinione.

Casalino a fianco di Conte altra missione si era assegnato e si vedeva assegnata: generarla la pubblica opinione e, all’occorrenza, snocciolare notizie alternative. Alternative alla realtà. Deve essere suo il refrain delle conferenze tv di Conte, l’abbiamo già predisposto lavorando notte e giorno…Ma Rocco Casalino non voleva essere solo l’ombra di Conte, voleva farsi inquadrare anche lui, dalle telecamere e perfino, si parva licet, dalla storia. Come quando disse ai giornalisti: “Ringraziate tutti per il Recovery all’Italia, vi siete dimenticati di ringraziare me”.

Una Voce dal microfono sempre acceso

Per un uomo eternamente in osmosi fisica e intellettiva con lo smartphone qualche incidente di percorso era inevitabile. Come quando a chi lo assillava per notizie dopo crollo Ponte Morandi rispose sfinito: “Mi è saltato Ferragosto”. O come quando ad una Iena su Italia 1 ebbe a dire: “Mai portato a letto un rumeno, gli fai dieci docce e continua ad avere odore agrodolce”. Disse poi Casalino che stava recitando. Per carità di patria tutti decisero fosse questa l’unica ragione di quella frase, la recita, lo scherzo. Per la stessa carità tutti non fecero obiezioni e domande quando il fidanzato di Rocco Casalino, Josè Carlos Alvarez, fu segnalato come attore di ingenti e sospetti movimenti bancari. Casalino disse: “una vittima, della ludopatia”. E tutti passarono oltre.

Ma questi sono incidenti, ogni portavoce dei governi ne ha avuti. Magari di diversa natura, ma ogni portavoce ha avuto e avrà i suoi incidenti. Però Rocco Casalino non è stato solo il portavoce, è stata la Voce. La voce, raccontano tonante, di quando comunicava le sue decisioni su quali ospiti invitare nei tal show politici televisivi. La voce forte e grossa dei parvenu al potere, quello grosso. Ma parvenu non è termine giusto, indica un’ascesa per caso e fuori regola. Così come fuori fuoco è l’immagine che Fabrizio Roncone usa per descrivere il look di Casalino: “da buttafuori di discoteca brianzola”. No, Casalino non è un parvenu e il suo look è quello quasi standard di centinaia di migliaia di 30-40 enni che provano a svoltare. Pare che abbia scritto un libro, già di memorie. Un testo da conservare, un giorno gli storici vi potranno trovare dispiegata la fenomenologia secondo cui in Italia nacque, si insediò, prosperò e si moltiplicò il cittadino modello Casalino.

 

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