Roma, Comune sciolto e commissariato per mafia? Non è più impossibile

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2015 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA
Roma, Comune sciolto e commissariato per mafia? Non è più impossibile

La celebre foto della cena con Poletti, Buzzi, Casamonica e Alemanno

ROMA – Commissariare il Comune di Roma per mafia. Un’ipotesi non troppo remota, come dicono le cronache di oggi su Mafia Capitale e a sentire anche quello che dice il prefetto Franco Gabrielli: “Non posso escludere nulla. Quanto emerso dalle carte, gli intrecci, le relazioni, sono molto preoccupanti e grandemente disarmanti, un quadro lesivo della credibilità delle istituzioni”. Ed è proprio la relazione che Gabrielli consegnerà al ministro degli Interni Angelino Alfano la relazione che spiegherà quanto le istituzioni siano state inquinate dalla criminalità negli ultimi 7 anni. Un dossier di 700 pagine su appalti, nomine, delibere.

Scrive Giovanna Vitale su Repubblica: “Tutto è dunque possibile. Nell’ipotesi peggiore, il Campidoglio resterebbe commissariato dai 12 ai 18 mesi prorogabili fino a 24. Dopodiché si andrebbe a nuove elezioni. Escludendo per incandidabilità il sindaco, i consiglieri e gli assessori uscenti, compresi quelli municipali. Significherebbe azzerare l’intera classe politica attuale”.

Fiorenza Sarzanini spiega sul Corriere della Sera che Alfano sta tergiversando, perché lo scioglimento del Comune non sarebbe un bello spot per Roma nell’anno del Giubileo: “La partita più delicata sembra essere proprio quella che riguarda il destino del sindaco Ignazio Marino. La decisione non è stata ancora presa ma quando si ragiona sul futuro, Alfano non smentisce la linea morbida che sta prendendo piede nel governo «perché sarebbe davvero difficile sciogliere per mafia il Comune della capitale d’Italia, per di più nell’anno del Giubileo». Con il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva parlato del problema dopo la prima ondata di arresti, la questione non è stata nuovamente affrontata. Si attende la relazione di Gabrielli che dovrebbe arrivare il 16 giugno al termine del lavoro della commissione di accesso. E si aspetta soprattutto la procedura prevista per i successivi 45 giorni che prevede la riunione del comitato allargato ai pubblici ministeri titolari delle indagini.

«Non ho visto nulla, non so nulla perché non voglio assolutamente interferire», chiarisce Alfano prima di precisare che «l’indicazione tecnica dovrà naturalmente orientare quella politica, anche se non è affatto scontato che si seguano alla lettera le indicazioni. Bisognerà vedere il livello di inquinamento mafioso di ogni appalto, verificare se effettivamente ci fosse un metodo comune per aggiudicarsi tutte le gare pubbliche. E poi farò la mia proposta, tenendo conto che l’indicazione del ministro certamente non è vincolante per il consiglio».