Roma, falla nei conti del Comune: a rischio i 110 milioni di premio dal governo

Roma, falla nei conti del Comune: a rischio i 110 milioni di premio dal governo
Roma, falla nei conti del Comune: a rischio i 110 milioni di premio dal governo (Foto Ansa)

ROMA – Roma rischia di perdere 110 milioni di euro. Colpa della falla nei conti comunali, che, se non verrà risanata nei prossimi mesi, porterà probabilmente al rifiuto del premio annuale messo sul tavolo dal governo in cambio del piano di rientro triennale che la giunta Marino avrebbe voluto concludere entro il 2018.

Un piano che prevedeva 440 milioni di risparmi tra tagli ai centri di spesa e razionalizzazione delle società partecipate dal Campidoglio, spiega Simone Canettieri sul Messaggero. 

Come sottolinea Canettieri,

il piano triennale rischia di non essere portato a termine, per via delle contestazioni del Mef sul contratto decentrato (la vicenda degli arretrati) e soprattutto per via di altre scelte che il Campidoglio ha in mente di attuare sulla galassia delle partecipate. La corsa contro il tempo è già iniziata: entro il 30 settembre l’assessore Massimo Colomban prima di lasciare la barca presenterà il nuovo assetto dell’holding della Capitale. «Obiettivo rimanere con 9 società», è stata la promessa dell’uomo della Casaleggio. Di sicuro alcune dismissioni o alienazioni non sono state portate a termine. E questo rischia di far saltare tutto. I casi principali riguardano Farmacap e Assicurazioni. Che non sono state messe sul mercato, rimanendo così nella pancia pubblica dell’amministrazione.

Al momento l’unica apertura al mercato riguarda la quota comunale di Adr, mentre tutte le altre partecipazioni sono rimaste dove si trovavano prima. Così il Comune rischia di veder sfumare i 110 milioni di euro di premio.

Come sottolinea il Messaggero, 

Sarebbe una scelta politica forte e dirompente, in grado di rendere ancora più aspri i rapporti tra il M5S e il Governo, a trazione Pd. Una mossa da ponderare soprattutto in vista della prossima campagna elettorale per le politiche e per le regionali. L’altra conseguenza più pratica riguarda i conti del Comune: non chiudere il piano di rientro significa avere a che fare comunque con uno squilibrio di 440 milioni di euro da far quadrare, in parte, sul bilancio. Questo produrrebbe tagli ai servizi.

Il nodo della questione riguarda le società. Il piano Colomban prevede la dismissione di almeno 9 delle 21 partecipate del Campidoglio, con accorpamenti di competenze, esuberi e aggregazioni di società. Ma a far tremare la giunta Raggi è ancora una volta la questione Atac. La municipalizzata dei trasporti ha un debito di 1,3 miliardi, un bilancio 2016 ancora da approvare e che si preannuncia passivo e una nuova governance che dovrà decidere del concordato preventivo, con tutti i rischi che comporta per i creditori (a partire dal Comune). Scrive il Messaggero: 

Basta mettere in fila queste situazioni per capire come settembre sarà un mese caldissimo. E abbastanza cruciale per il destino dei conti della Capitale, e non solo per quelli.

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