ROMA – Domenica 4 agosto, il giorno a via del plebiscito a Roma, del sit in del Pdl in difesa di Silvio Berlusconi. Di sicuro c’è l’iniziativa, in programma per le 18 e la partecipazione di diversi esponenti del Pdl. Di sicuro, all’ultima ora, è arrivato anche Berlusconi. Non i ministri, almeno per ora. Poi c’è la gente del Pdl: il partito in una nota annuncia l’arrivo, da tutta Italia, di 500 pullman. Via del Plebiscito è già chiusa.
Il fatto che abbiano spostato il luogo della manifestazione proprio davanti a casa di Berlusconi può far pensare a una presenza flash, con una via di ritirata subito dietro le spalle.
Ancora Libero:
“Dopo le indiscrezioni, la conferma: si terrà in via del Plebiscito, nella strada dove si trova Palazzo Grazioli (la residenza di Berlusconi a Roma) e non in piazza Santi Apostoli. “Da tutta l’Italia ci giungono notizie di iniziative spontanee e di una vera e propria mobilitazione diffusa a sostegno di Silvio Berlusconi. Per far confluire tutte queste iniziative in un’unica direzione, invitiamo tutti coloro che vogliano manifestare subito la propria vicinanza al Presidente Berlusconi a stare con noi e con lui, domani alle 18, a Roma, a via del Plebiscito”, annuncia il Coordinamento nazionale degli azzurri”.
L’iniziativa, però, in qualche modo divide il Pdl: non sull’opportunità del sit-in, appoggiato da tutti, ma sull’opportunità della presenza o meno dei ministri in carica. Il tempo per Lupi di annunciare il no e subito l’ex An Gasparri risponde secco parlando di “scelta sbagliata”.
L’altra questione chiave è quella dei “toni” dell’iniziativa. Enrico Letta ha già fatto sapere che non gradirà esagerazioni e attacchi a Napolitano come quello di sabato di Sandro Bondi che ha evocato la guerra civile e di fronte alla replica furiosa del Quirinale ha detto che “non si farà tappare la bocca”.
Ma tenere sotto controllo il livello dello scontro istituzionale sembra obiettivo del Pdl. Non a caso,scrive il Giornale, sono escluse iniziative clamorose come il corteo verso il Quirinale:
Di certo dopo una prima opzione a favore di Piazza Santi Apostoli si è deciso di spostare la convocazione a Via del Plebiscito dove si trova la residenza romana di Silvio Berlusconi. Una location simbolica scelta per manifestare sostegno al leader del centrodestra dopo la sentenza della Cassazione. Il programma non prevede alcun tour, come inizialmente ipotizzato. Quindi non ci saranno «tappe» in altri luoghi-simbolo come ad esempio un corteo verso il Quirinale, dove è stato impedito di sfilare.
Il messaggio che Denis Verdini, insieme a Daniela Santanchè, ha recapitato ai responsabili territoriali è stato chiaro: «Datevi da fare», ferma restando la comprensione per le difficoltà oggettive legate al carattere last minute della manifestazione. Di certo saranno presenti tutti i parlamentari ma anche tanti cittadini comuni oltre ai militanti che i coordinatori regionali e provinciali saranno riusciti a mobilitare. Circa cinquecento pullman provenienti da tutta Italia – e sicuramente da Lombardia, Veneto, Campania, Calabria, Puglia e Umbria, solo per citare alcune regioni- confluiranno sulla capitale. E non mancherà qualche disturbatore, come già ha annunciato il Popolo Viola. Resta da verificare chi prenderà la parola. Sembra molto probabile che l’intervento di Renato Schifani e Renato Brunetta.
La tensione Pdl-Napolitano resta comunque alta. Il Quirinale non ha gradito la richiesta di grazia e non sembra interessato a incontrare i capigruppo Schifani e Brunetta. Eventuali eccessi al corteo di oggi potrebbero far precipitare la situazione. Anche perché Letta, secondo quanto scrive Huffington Post, il suo messaggio lo ha recapitato: “Basta minacce a Napolitano oppure tolgo il disturbo”.
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