Roma, M5s bandisce consigliera Cristina Grancio. Lei: "Non mi riconosco in Di Maio" Roma, M5s bandisce consigliera Cristina Grancio. Lei: "Non mi riconosco in Di Maio"

Roma, M5s contro consigliera Cristina Grancio. Lei: “Non mi riconosco in Di Maio”

Cristina Grancio, la consigliera dissidente di M5s a Roma
Roma, M5s bandisce consigliera Cristina Grancio. Lei: “Non mi riconosco in Di Maio”

ROMA – Cristina Grancio, la consigliera M5s dissidente del Comune di Roma, rischia l’espulsione. A chi la critica, lei replica: “Io resto e sono del gruppo M5s originario, non mi riconosco in Luigi Di Maio”.

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La vicenda è iniziata in Campidoglio quando la consigliera Grancio ha votato no a un progetto di riqualificazione urbanistica, dopo aver già criticato in passato lo stadio della Roma. Un comportamento da dissidente che non è andato giù al gruppo M5s comunale e così Paolo Ferrara, capogruppo in Campidoglio, ha dichiarato:

“Il Movimento 5 Stelle ha delle regole e chi rispetta le regole è del Movimento 5 Stelle. Cristina Grancio non ha mai dato nessun contributo al grande lavoro svolto dal nostro Gruppo consiliare. Assenteista in Aula e in commissione, spesso aggressiva, è tutto meno quello che dovrebbe rappresentare un consigliere del M5s. Roma ha bisogno di competenze, di impegno, di amici, di rispetto e solidarietà e lei non rappresenta nulla di questo. Un fantasma in cerca di protagonismo che si accompagna a persone che non c’entrano nulla con il nostro progetto, una persona che non contribuisce al nostro programma di cambiamento e dunque non vuole il bene della città”.

Ferrara ha poi aggiunto che la Grancio, coi suoi comportamenti, “ricorda quello degli altri partiti”, annunciando un confronto con l’intero gruppo M5s sulla situazione che si è creata:

“Comportamenti i suoi che ricordano quelli degli altri partiti che per lei a questo punto potrebbero essere una casa naturale dove sopravvivere e ‘lavorare’ affinché nulla cambi. Le consiglio di cambiare poltrona e di spostarsi in una di quelle delle opposizioni in modo da liberarci da una macchia nera che deturpa la bellezza del nostro gruppo e tutto il lavoro che stiamo facendo per Roma”.

Dal canto suo, la consigliera Grancio, che già una volta era stata sospesa dal movimento e poi reintegrata, si difende:

“Io resto nel gruppo perché sono del M5S originario, quello nato nel 2009 che mi ha eletta. Non ho alcuna intenzione di passare all’opposizione. Sono gli altri consiglieri che sono passati nell’associazione che ha come capo politico Di Maio nata a fine anno e in cui io non mi riconosco. In questa nuova associazione la base può non essere ascoltata ed questa è la differenza sostanziale: il capo politico può porre il veto sulle decisioni della base. Oggi la sala della commissione capitolina urbanistica era piena di persone che chiedevano di non approvare la nuova convenzione su piazza Navigatori eppure sono andati avanti.

Io porto avanti il programma del M5S sull’urbanistica. C’è un gruppo di persone in tutta Italia, e io ne faccio parte, che a inizio anno ha avviato un ricorso affinché all’associazione M5S nata nel 2009 sia riconosciuto il nome e il simbolo che oggi sono in capo all’associazione che ha come capo politico Di Maio. Su questo si esprimerà il Tribunale di Genova. Quando i miei dei colleghi del Campidoglio hanno capito che non ero passata nell’associazione di Di Maio sono stata tolta dalle chat comuni”.

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