rossano sasso, foto facebook rossano sasso, foto facebook

Rossano Sasso, il sottosegretario della Lega che citò Topolino pensando che fosse Dante Alighieri

Il deputato barese della Lega Rossano Sasso è  sottosegretario all’Istruzione nel Governo Draghi. Di professione insegnante, Sasso ha fatto molta carriera politica. Di lui si ricorda una citazione molto recente di Topolino, spacciata per essere di Dante Alighieri.

La frase è stata pubblicata pochi giorni fa sulla sua pagina Facebook accompagnata da una sua foto: “Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto”.

Peccato che quella frase non risulti fra gli scritti del Sommo Poeta. La frase porta invece alla mente Benito Mussolini che la citò in parte il 18 maggio 1938 diventando poi, negli ultimi anni, un’espressione ripresa più volte anche dal segretario della Lega Matteo Salvini.

Rossano Sasso, la frase detta da un Topolino nelle “vesti” di Dante

Ma come si è arrivati da Dante a Topolino? Qual è stato l’errore del neo sottosegretario all’Istruzione? Il passaggio lo riporta Repubblica:

“‘Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto’ è in effetti una frase pronunciata da Dante, ma dal Dante-Topolino di un albo risalente a più di settant’anni fa”.

“‘L’Inferno di Topolino’, si chiamava, era una serie di fumetti pubblicati fra il 1949 e il 1950 (…) in cui Mickey Mouse personificava il poeta della Divina Commedia, con tanto di tonaca rossa”.

Prosegue Repubblica: “In una tavola lo si vede leggere una stele in pietra, su cui è incisa proprio la frase che dopo più di mezzo secolo è stata magicamente ed erroneamente attribuita a Dante ed è finita infine nel frullatore del web, riconducibile – secondo alcuni siti – al canto XV (dove, ovviamente, non ve n’è traccia)”.

Rossano Sasso e il flash mob contro il migrante risultato poi innocente 

Sasso è noto anche per altri episodi. Nell’estate del 2018 organizzò un flash mob tra i lidi di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, dopo l’arresto di un migrante marocchino di 31 anni accusato di aver violentato una 17enne.

Sasso, insieme ad altri esponenti leghisti del Sud Italia, con le bandiere salviniane in mano definì l’uomo un “bastardo irregolare sul nostro territorio”.

Cinque mesi dopo il tribunale di Taranto assolse con formula piena Mohamed Chajar, il quale non aveva commesso alcuna violenza nei confronti della 17enne.

Il collegio di assoluzione composto da sole giudici donne aveva smascherato la 17enne e il suo fidanzato attraverso una serie di dichiarazioni contraddittorie.

Il giovane migrante si era sempre difeso sostenendo di aver solo aiutato la ragazza perché in difficoltà dopo una sbronza, cercando di farla rinvenire con dell’acqua di mare gettata sul viso, sollevandole le gambe.

Sasso, malgrado la totale assoluzione del giovane migrante, non si è mai scusato per le accuse sollevate nei suoi confronti durante il flash mob. 

 

Gestione cookie