Il caso Rosy Mauro: sgombera o no il Senato?

Rosy Mauro (LaPresse)

MILANO – Sgombera il Senato oppure no? Annunciate dalle agenzie, desiderate dai militanti e da buona parte della Lega, le dimissioni di Rosy Mauro, alle 17:30 di martedì ancora non sono arrivate. Difficile che non arrivino entro sera anche perché restare attaccati alla poltrona di vicepresidente del Senato contro il volere del proprio partito e con tutti gli altri apertamente ostili è probabilmente troppo. Fino all’ufficialità, che ancora non c’è, come  non c’è la lettera che le dimissioni dovrebbe annunciare, il dubbio è però lecito.

Le prime voci iniziano a circolare attorno alle 15 di martedì pomeriggio: i dispacci di agenzia parlano di passo indietro imminente, dimissioni nel giro di qualche ora. Non frutto di un raptus improvviso, quindi, ma scelta meditata nel lungo week end pasquale visto che, secondo l’Ansa, esisterebbe anche una lettera già bella che pronta con destinatario il presidente del Senato Renato Schifani. Tutto, insomma, sembra scontato: dopo Francesco Belisto, Umberto e Renzo Bossi, anche Rosy Mauro deve lasciare prima che vada in scena la serata delle scope, quella dell’orgoglio padano di Bergamo.

Là parlerà solo Roberto Maroni e, probabilmente, dopo aver chiesto a gran voce la pulizia, si aspetta che il “grosso” sia già stato spazzato via prima di sera.

Peccato, però, che almeno per ora agli annunci non seguano i fatti. Alle ore 18:20 non c’è ancora traccia né delle dimissioni né della presunta lettera firmata dalla “badante nera”. E nella Lega inizia a montare un p0′ di preoccupazione. Anche perché il tutto ha una “data di scadenza”. Martedì sera, infatti, Mauro è attesa negli studi di Porta a Porta per una puntata che verrà trasmessa in seconda serata ma che verrà registrata a partire dalle 18:45. Conferma delle dimissioni o meno probabile clamoroso ripensamento deve quindi arrivare prima. Non tutti, però, sono così certi del passo indietro. Repubblica, per esempio, cita fonti che escluderebbero il passo indietro odierno della vicepresidente del Senato.

Fuori dalla sede di via Bellerio, intanto, i militanti leghisti hanno già deciso. Per loro Rosi Mauro è colpevole e se ne deve andare. Così viene esposto uno striscione non esattamente gentile: “Belsito, Mauro, Woodcock: tre nomi, stessa m… Fuori dalla Lega i traditori”.

Certo le intercettazioni diffuse dalla stampa e le accuse della Procura mettono la Mauro in una condizione difficile. In particolare la “badante nera” è accusata di aver utilizzato finanziamenti pubblici della Lega per fini personali come “comprare” in Svizzera  la laurea per se stessa e per il suo compagno, Pierangelo Moscogiuri.

 

Gestione cookie