Ru486: Commissione Sanità blocca immissione in commercio

Pubblicato il 26 Novembre 2009 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA
Ru-486

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Il Senato blocca la immissione in commercio della pillola abortiva Ru486. La commissione Sanità di palazzo Madama ha approvato, a maggioranza, con il voto favorevole di Pdl e Lega e quello contrario del Pd, il documento finale dell’indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486 presentato dal presidente e relatore Antonio Tomassini, nel quale si chiede di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge 194 e la RU486.

A favore dello stop hanno votato 14 membri della commissione, compreso lo stesso Tomassini; otto, invece, i voti contrari.

Lo stop arriva nonostante l’ Agenzia del Farmaco (Aifa), in precedenza, si fosse espressa a favore della commercializzazione della pillola.

Duro il commento alla decisione del capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro. Quelle della maggioranza e del Governo, secondo la senatrice, «ancora una volta sono chiacchere, ci dicano una volta per tutte cosa vogliono fare».

«Ho l’impressione che il ministro Sacconi avrebbe potuto sollevare un arbitraggio sulla scorta delle valutazioni dell’Agenzia europea del farmaco (Emea), invece non l’ha fatto – aggiunge Finocchiaro – credo che in questa vicenda, per ragioni di natura politica ma senza avere il coraggio di dire che non vogliono la commercializzazione della pillola, il Governo sta facendo una serie di chiacchere. Credo che sia giunto il momento – conclude – di dirci che cosa vogliono realmente».

Radicalmente diverso il giudizio del presidente dell’ Udc Rocco Buttiglione che plaude alla decisione della commissione sanità del Senato: «Bene ha fatto la commissione di Palazzo Madama ad approvare un documento finale dell’indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486 nel quale chiede di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge 194 e la RU486».

«Dobbiamo ricordare che in questi temi – ha aggiunto – deve sempre prevalere il principio di precauzione, e che quindi non è opportuno commercializzare tale strumento almeno finchè non sia tecnicamente accertato che le sue modalità di impiego non siano incompatibili con l’applicazione della Legge 194. Stavolta diciamo noi “giù le mani dalla 194”, una legge da applicare di più nelle parti in cui tutela la salute della donna».

Fuori dal coro del Pdl, invece, il capogruppo  alla camera Fabrizio Cicchitto: «Francamente non condivido il blocco richiesto dalla Commissione Sanità del Senato nei confronti della pillola RU486, che l’Agenzia Italiana del Farmaco, del tutto tecnica e neutrale, ha ammesso all’uso con vincoli assai rigorosi (la commercializzazione e l’uso è consentita solo in ospedale) che rispettano la legge 194. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha agito in modo del tutto regolare e legittimo». Maurizio Gasparri, invece, parla di una vittoria in difesa della salute delle donne.