Le due notizie deflagrano a distanza di pochi minuti: Silvio Berlusconi è indagato a Milano per il caso Ruby. Anzi, è indagato dal 21 dicembre, ma oggi è stato invitato dai magistrati a presentarsi in Procura. Il tutto nella mattinata successiva al sostanziale sbriciolamento dello scudo del legittimo impedimento. Le ipotesi di reato, a quanto scrive il Corriere della Sera, sono di “prostituzione minorile” e “concussione”. Questa mattina, intanto, sono stati perquisite diverse case e uffici a Milano, compresi quello di Nicole Minetti, il consigliere regionale che prese proprio Ruby dopo il rilascio da parte della Questura di Milano.
Sempre secondo il Corriere della Sera Berlusconi, nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, “avrebbe abusato della propria qualità di primo ministro per indurre i funzionari della Questura di Milano ad affidare indebitamente l’allora 17enne marocchina Karima “Ruby” El Mahroug, scappata da una comunità per minori, alla consigliere regionale lombarda pdl Nicole Minetti”. Il tutto “allo scopo di occultare di essere stato cliente di una prostituta minorenne in numerosi week-end ad Arcore, assicurarsi l’impunità da questo reato e scongiurare che venissero a galla i retroscena delle feste nella sua residenza brianzola”.
Nicole Minetti risulta invece indagata per favoreggiamento della prostituzione, sia adulta sia minorile. Si tratta della stessa ipotesi di reato per cui risultano indagati anche Lele Mora ed Emilio Fede.
Quello di “prostituzione minorile” è un reato punito con la reclusione da 6 mesi a tre anni e riguarda chiunque compia atti sessuali con una prostituta di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Si tratta dell’unico caso in cui viene sanzionato penalmente il cliente di una prostituta.
Figura chiave dell’inchiesta, secondo il Corriere, è quella di Giuseppe Spinelli, amministratore del “portafoglio familiare” del premier, già indagato in passato per le vicende di Medusa Film e della villa di Macherio. Spinelli non è indagato ma ha comunque ricevuto la visita degli inquirenti per una perquisizione nei suoi uffici. Richiesta respinta perché i suoi uffici sono di “pertinenza della segreteria politica dell’onorevole Berlusconi”.
Anche se la notizia è stata diffusa oggi, il presidente del Consiglio è indagato dal 21 dicembre, più di sette mesi dopo i fatti contestati. L’episodio, in ogni caso, sembra destinato a far risalire la tensione tra la Procura e la Questura di Milano.Quando emersero per la prima volta i fatti non mancarono le polemiche. Il pm del Tribunale dei minori Annamaria Fiorillo, infatti, spiegò di non aver mai autorizzato l’affidamento di Ruby alla Minetti. Versione decisamente diversa da quella del Ministro dell’Interno Roberto Maroni che, a più riprese, ha definito corretto l’operato della Questura. La vicenda, finita al Csm, si è conclusa con un’archiviazione. Oggi, con la diffusione della notizia dell’inchiesta, il rischio è quello di riaccendere la miccia.
Il tutto il giorno dopo la parziale bocciatura da parte della Corte Costituzionale del legittimo impedimento. Certo, da qui a vedere il presidente del Consiglio in un’aula di Tribunale che discetta di bunga bunga ce ne corre. Ma non si sa mai.