Ruby bis, Il Giornale: “Partita l’offensiva contro Silvio Berlusconi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Novembre 2013 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA
Ruby bis, Il Giornale: "Partita l'offensiva contro Silvio Berlusconi"

Ruby, all’anagrafe Karima el Mahroug (Foto Lapresse)

MILANO – Processo Ruby bis, Silvio Berlusconi rischia di essere indagato per corruzione in atti giudiziari. Per Il Giornale, è “l’offensiva contro il Cavaliere”: definisce così, il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, le motivazioni della sentenza rese note venerdì 29 novembre. 

Scrive Franco Grilli:

Silvio Berlusconi rischia di essere indagato per corruzione in atti giudiziari. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza del processo Ruby 2, nelle quali si ipotizza il reato non soltanto per il Cavaliere, ma anche per i suoi legali, Niccolò Ghedini e Piero Longo e per alcune delle ragazze ospiti ad Arcore.

Il Cavaliere è “gravemente” indiziato, spiegano le motivazioni della sentenza, perché “soggetto che elargiva il denaro e le altre utilità” alle testimoni. Nel testo si ricostruisce quanto avvenuto in una riunione tenutasi ad Arcore il 15 gennaio 2011, quando – dopo una perquisizione – molte ragazze vennero convocate.

Il reato di corruzione in atti giudiziari riguarderebbe anche Ruby e il suo legale, Luca Giuliante, che si sarebbe interessato “ai vari pagamenti in contanti e bonifici”, ricevuti “periodicamente”. Per i due ipotizzato anche il reato di rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale, per “l’interrogatorio” a cui la marocchina fu sottoposta nella notte del 6 ottobre 2010, davanti al legale, a Lele Mora e a “un emissario”.

Secondo i giudici di Milano la El Mahroug fu responsabile di “possibile contaminazione probatoria”, rendendo “pubbliche dichiarazioni” prima della deposizione.

Le motivazioni della sentenza hanno anche sottolineato la “ricorrenza” di “frasaggi identici” nella deposizione delle ragazze sentite come testimone, che hanno reso in aula “dichiarazioni perfettamente sovrapponibili”, utilizzando anche un “linguaggio non congruo rispetto alla loro estrazione culturale”.

Per quanto riguarda l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, e l’ex agente dei vip Lele Mora

agirono “costantemente in tandem”, allo scopo di “procurare a Silvio Berlusconi ospiti di suoi gradimento”. Le cosiddette “pentite” (Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil) – si legge nelle motivazioni – hanno sofferto per la “partecipazione” alle serata di Arcore. Un fatto che motiva “il riconoscimento del danno”.