Da quando ha avviato le principali inchieste nei confronti del mondo politico e imprenditoriale (l’inizio dell’inchiesta Mani Pulite è del 17 febbraio 1992) la procura di Milano in pochissime circostanze ha chiesto di processare un indagato con il rito immediato, scavalcando così l’udienza preliminare.
La prima volta fu nel 1993 all’epoca dell’inchiesta per le tangenti Enimont. La procura chiese per Sergio Cusani, il finanziere di area socialista, il processo con il rito immediato e l’allora gip, Italo Ghitti, il 7 settembre accolse la richiesta. Cusani era stato arresto il 23 luglio dello stesso anno per cui il giudice aveva ritenuto corretta la richiesta della procura avanzata prima che scadessero i tre mesi. Alla richiesta dei pm di Mani pulite si oppose l’avvocato Giuliano Spazzali, che in realtà in un primo momento aveva egli stesso avanzato l’ipotesi del processo con rito immediato, ovvero da celebrare in base agli atti fino a quel momento raccolti.