I vescovi ricordano il VI e il VII Comandamento: “Non commettere atti impuri” e “Non rubare”

ROMA – L’allusione è implicita ma non per questo meno evidente. I vescovi, attraverso la loro agenzia di stampa ricordano che  il sesto comandamento – ”non commettere atti impuri” – oggi in Italia è ”urgente da applicare”, almeno al pari del settimo, ”non rubare”. Ma il vasto ”consenso” che l’opinione pubblica oggi mostra su di esso non dev’essere ”effimero” nè ”strumentale”.

A ricordarlo è un lancio del  Sir, agenzia promossa dalla Cei, in un passaggio implicitamente dedicato al Rubygate all’interno di una nota sul federalismo.

”Come ha ricordato il cardinale Bagnasco – aggiunge  l’agenzia dei vescovi -, sulla lotta all’evasione fiscale bisogna essere chiari: c’è in gioco il settimo comandamento, ‘non rubare’, non meno urgente da applicare del sesto, che oggi registra un giusto, amplissimo, trasversale e speriamo non effimero e strumentale consenso”.

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