Ruby, Ghedini: “La Procura non perda tempo con dei comunicati”

MILANO – ”Le intercettazioni erano in possesso non solo della difesa, ma principalmente della stessa Procura della Repubblica di Milano. Anzichè occupare il tempo con comunicati stampa, indaghi la Procura di Milano o, forse meglio sarebbe lo facesse altra procura, per verificare chi ha consegnato ai giornali quelle intercettazioni”. Lo spiegano in una nota gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, legali di Silvio Berlusconi in replica alcomunicato del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati.

”La nota della Procura di Milano in merito alla pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche riguardanti il presidente Berlusconi desta assoluto stupore”. Così un altro passaggio della nota dei legali di Silvio Berlusconi e Piero Longo in merito alle dichiarazioni del procuratore di Milano. ”Per evitare ulteriori polemiche la difesa del Presidente Berlusconi – si legge nella nota – aveva evitato qualsiasi commento sul punto, riservandosi di intervenire nelle sedi proprie ovvero a dibattimento, ma a seguito di ciò corre l’obbligo di precisare che: le intercettazioni erano in possesso non solo della difesa, ma principalmente della stessa Procura della Repubblica di Milano. Anziche’ occupare il tempo con comunicati stampa, indaghi la Procura di Milano o, forse meglio sarebbe lo facesse altra procura, per verificare chi ha consegnato ai giornali quelle intercettazioni. Certamente non la difesa del Presidente Berlusconi”.

Secondo Ghedini e Longo ”nessun interesse vi era ovviamente da parte della difesa alla propalazione di tali intercettazioni, sulla cui illegittimità avrebbe potuto e dovuto interloquire in sede dibattimentale senza dover fornire anticipatamente alcuna indicazione in merito”. ”Le intercettazioni in oggetto – prosegue la nota – così come i tabulati, non dovevano assolutamente essere inserite negli atti, nè potevano essere trascritte trattandosi con ogni evidenza di illegittime intercettazioni indirette cosi’ come definite dalla Corte Costituzionale”.

”Che tali intercettazioni fossero state poste alla base di richieste di proroga è ancor più grave – spiegano i due legali – Ciò comunque non ha alcun rilievo in ordine alle asserite ragioni del deposito alla difesa tenendo presente che la Procura ha coperto con omissis moltissimi atti che ancora oggi si rifiuta di consegnare. E’ assai peculiare che ci si ricordi dei diritti della difesa soltanto per depositare atti illegittimi ed irrilevanti processualmente ma di esclusivo interesse mediatico. Comunque anche questa è una delle tante gravi anomalie che connotano questo processo basato sul nulla e che mai avrebbe avuto seguito se non si trattasse del Presidente Berlusconi”.

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