Caso Ruby, Ghedini contro Repubblica: “Falsità su di me”

Pubblicato il 1 Novembre 2010 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA

L’articolo di D’Avanzo su ‘La Repubblica’ di oggi, 1 novembre, è palesemente diffamatorio. Sostenere che nell’esercizio della attività professionale, che egli stesso definisce legittima, vi sia stato da parte mia la sussistenza di un abuso di potere e della menzogna è gravissimo. Mi si accusa espressamente di aver commesso gravi reati quando invece nella massima trasparenza, alla presenza di colleghi e collaboratori, mi sono limitato a svolgere quelle attività che la legge prevede. La falsità degli assunti esula da qualsiasi diritto di critica o di cronaca e mi impone di tutelarmi in ogni sede competente”. E’ quanto scrive Niccolò Ghedini, deputato del Pdl e avvocato del premier, in una nota.

Ghedini fa riferimento all’articolo ”L’abuso di potere/4” a firma di Giuseppe D’Avanzo sul quotidiano del gruppo L’Espresso. Nel testo, il ”terzo capitolo”, ha come titolo ”Gli interrogatori di Ghedini”. ”Abuso di potere e menzogna si intravedono anche nell’attività dell’avvocato del premier, Niccolò Ghedini – scrive D’Avanzo – L’entourage di Berlusconi, quello ‘notturno’: Lele Mora, per fare un nome, sa che Ruby è stata più volte interrogata dalla procura di Milano in luglio e ancora in agosto. Che cosa ha detto? Ci si può fidare di quel che racconta quella scapestrata ragazza? E se non dicesse tutto, dopo aver detto troppo o tutto là dentro in procura?”.

”Il premier, molto agitato – continua D’Avanzo – affida a Niccolò Ghedini il contrattacco cautelativo. Una ragazza di Palazzo Chigi convoca le giovani ospiti del premier nello studio legale Vassalli in via Visconti di Modrone a Milano. Quel che Ghedini ha dunque l’incarico di proteggere sono ‘le serate’ di Silvio Berlusconi. Deve raccogliere da quelle giovani donne dichiarazioni giurate che confermino quel che il Cavaliere va dicendo. Sono ‘testimonianze’ necessarie per evitare al premier altro discredito”.

”Ecco allora la missione di Ghedini – sottolinea – Interrogare le ragazze, raccogliere i loro ricordi e lasciarle dire con anticipo dell’innocenza di quelle occasioni. Ghedini può farlo. La sua iniziativa è ineccepibile” in base ”all’articolo 391-nonies del codice di procedura penale. Ghedini già prepara le prove non solo dell’estraneità del Cavaliere ma dell’insussistenza del fatto”.

”In questi interrogatori ‘preventivi’, nella figura di chi li ottiene, nel luogo stesso in cui si raccolgono – conclude l’articolo – si può avvertire una violenza, s’avvisa un abuso di potere. E’ concreto il rischio che possa essere soffocata la libertà morale delle interrogate, la loro libertà di determinarsi ‘spontaneamente e liberamente’. Come è ragionevole credere che i loro racconti potrebbero diventare tasselli della Grande Menzogna che dovrebbe tirare fuori Berlusconi dal pozzo nero in cui ha voluto cacciarsi, Abuso di potere e menzogna. Come sempre”.