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Ruby in Aula, se parlasse si rimangerebbe il Sanbittèr del bunga bunga?

di admin |14 Gennaio 2013 15:08

Ruby in aula, se parlasse si rimangerebbe il Sanbittèr? (Foto Ansa)

ROMA – Se Ruby avesse parlato il 14 gennaio in Aula a Milano si sarebbe rimangiata il Sanbittèr del bunga bungaKarima el Mahroug, alias “Ruby Rubacuori“, nelle deposizioni agli atti aveva dichiarato di essere stata solo una spettatrice del bunga bunga di Arcore. Lei, al massimo, all’allora premier Silvio Berlusconi aveva portato un Sanbittèr.

Ruby è arrivata nell’aula del Tribunale di Milano e Silvio Berlusconi ha chiesto la sospensione del processo a suo carico. “Legittimo impedimento per campagna elettorale”, dichiara Niccolò Ghedini, legale dell’ex premier. Una richiesta che il pm Ilda Boccassini ha chiesto ai giudici di respingere, perché Berlusconi “non è né segretario del Pdl, né candidato premier”.

E i giudici le parole della Boccassini le hanno ascoltate, respingendo l’istanza di sospensione dopo oltre 4 ore in Camera di Consiglio. Il processo dunque va avanti, ma Ruby non parlerà comunque: al posto della sua testimonianza saranno messi agli atti i verbali delle dichiarazioni fatte agli inquirenti.

Ma perché la difesa di Berlusconi teme così tanto la testimonianza della giovane marocchina? Ghedini annunciava 500 domande per Ruby, una testimonianza così importante che lo stesso processo ha preso il suo nome. Domande a cui Ghedini e gli altri legali di Berlusconi sono pronti a rinunciare, purché Ruby non parli.

“Andavo a casa sua, mi ha regalato una collana d’oro”, disse Ruby nel 2010. Poi ancora: “Berlusconi mi spiegò che il bunga bunga consisteva in un rito dell’harem che aveva copiato dal suo amico Gheddafi, nel quale le ragazze si spogliano e devono fargli provare “piaceri corporei”. È stata in quella circostanza che io ho opposto un netto rifiuto”.

Berlusconi poi, stando ai verbali delle dichiarazioni di Ruby, avrebbe saputo che la ragazza era minorenne ai tempi delle cene ad Arcore: “Alcune ragazze dispongono di appartamenti a Milano Due, di cui il presidente paga in dono cinque anni di affitto. Tale proposta venne fatta a me da Berlusconi, il quale in quell’occasione scoprì per l’appunto che sono minorenne e priva di documenti”

E infine il Sanbittèr, l’unica “trasgressione” a cui Ruby era disposta rispetto alle colleghe che facevano di tutto “per farsi notare da Berlusconi con atti sessuali sempre più spinti (…) io ero l’unica ragazza vestita (…) e ogni tanto servivo al presidente un Sanbittèr”. Temono forse questo i legali di Berlusconi? Che si rimangi d’aver “solo” servito Sanbittèr l’allora minorenne marocchina all’allora ultrasettantenne premier?

Ora Ruby è tornata dalla sua “latitanza” in Messico, una vacanza senza voli per tornare in Italia e testimoniare. Niente voli a dicembre, pare, e ben due date d’udienza son così saltate. Ma la terza, almeno così si dice, è la volta buona. I giudici hanno affermato il loro no alla sospensione, ma Ruby non dovrà comunque parlare. Tanto valeva, per la “Rubacuori”, rimanere in vacanza…

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