Ruby: “Non sono una prostituta. I pm vogliono incastrare Berlusconi”

MILANO – Ruby: “Non sono una prostituta. I pm vogliono incastrare Berlusconi”. Sui gradini del tribunale di Milano è andata in scena la clamorosa protesta di Ruby El Mahroug, detta Rubacuori: la giovane marocchina, che inalberava cartelli (uno diceva “Caso Ruby: la verità non vi interessa più?”) e ha letto un testo scritto (leggi qui il testo integrale), ha pesantemente accusato i magistrati del processo che porta il suo nome. Si è sentita violentata dall’assalto investigativo dei pm (“domande incessanti sulla mia intimità”), violentata dall’azione molestatrice dei media (“umiliata dalla pubblicazione delle intercettazioni”).

Il passaporto truccato. Apice della sua manifestazione di protesta, l’esibizione di un suo vecchio passaporto dove si poteva scorgere il nome Mubarak che Ruby sostiene aver inserito per rendersi più importante. Questo dimostrerebbe, secondo Ruby, che furono le sue bugie a provocare l’equivoco sulla sua identità (e quindi sulla sua età) che ha messo nei guai l’ex presidente del Consiglio Berlusconi, che aveva finito per credere a quella menzogna di una ragazza di diciassette anni.

“Vogliono incastrare Berlusconi”. E’ la convinzione di Ruby che accusa i magistrati di pregiudizio nei confronti di Berlusconi e che pur di incastrarlo non esitano a coinvolgerla. Magistrati che la trattano da prostituta nonostante lei gridi e giuri di non esserlo, di non aver mai fatto l’amore per soldi e tanto meno con Berlusconi. La ragazza, che al processo è apparsa come testimone (quindi né come vittima né come imputato), non ha potuto deporre in tribunale perché i pm non lo hanno ritenuto indispensabile o semplicemente utile.

“Tortura psicologica dei magistrati”. “Sono stata vittima di uno stile investigativo” e di un “metodo fatto di domande incessanti sulla mia intimità, le propensioni sessuali, le frequentazioni amorose, senza mai tenere conto del pudore e del disagio che tutto ciò provoca in una ragazza di 17 anni”: sono le frasi choc con cui Ruby rovescia sui giudici le accuse di violenza e crudeltà a fini politici. Peggio, di tortura, parla la ragazza. “Ho subito una tortura psicologica, un atteggiamento apparentemente amichevole ma improvvisamente mutato quando non ho accusato Silvio Berlusconi”.

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