ROMA – La condanna di Silvio Berlusconi? Colpa di una strategia difensiva sbagliata: “La storia della nipote di Mubarak sembrava una battuta alla Totò, un pasticcio all’italiana, facilmente verificabile, tra l’altro, nella sua grossolanità. Ecco, io dico che quando perdi un processo devi sempre chiederti dove hai sbagliato”. E’ quanto afferma in un’intervista al Corriere della Sera Gaetano Pecorella, parlamentare del Pdl e difensore storico di Silvio Berlusconi fino a cinque anni fa. Pecorella commentando la strategia difensiva dei colleghi Niccolò Ghedini e Piero Longo osserva come sia stato un “errore portare in aula Ruby”.
”Va detto, però – aggiunge, – che il Tribunale di Milano è andato sopra le righe condannando Silvio Berlusconi a una pena che non avrebbe mai applicato per un imputato comune”.
”Se i risultati sono negativi, la strategia difensiva, forse, sarebbe potuta essere diversa – spiega – Perché questo era un processo che andava tenuto completamente sotto tono, anche da un punto di vista mediatico. Bisognava tenersi lontanissimi da testimoni che potevano far nascere sospetti di possibili condizionamenti”.
Quanto alla condanna, ”con questa decisione abnorme devo dire che la sentenza difficilmente può reggere al giudizio d’appello’‘. Secondo Pecorella è ora per Berlusconi di ritirarsi dalla vita pubblica: ”Per tutti gli uomini politici arriva sempre il momento di uscire di scena – dice – Chi non coglie l’attimo rischia di fare la fine di Napoleone o di Mussolini”.
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