Il presidente Silvio Berlusconi potrebbe comparire in tribunale tra una settimana, tra il 21 e il 23 gennaio. I pm di Milano hanno infatti invitato Berlusconi per una di queste date, dopo che è indagato per prostituzione minorile e concussione in relazione al caso di Ruby, la minorenne marocchina che sarebbe stata più volte a casa sua ad Arcore.
Non solo: pare che i pm vogliano chiedere il rito immediato per Berlusconi, ossia uno dei riti speciali previsti dal codice di procedura penale e che accelera i tempi rispetto a un processo ordinario. In sostanza si evita l’udienza preliminare e dalle indagini si passa direttamente al dibattimento: questo rito viene scelto dai pm quando c’è “evidenza della prova”.
Per chiedere il rito immediato, oltre all’evidenza della prova, ci vuole un tempo d’indagine non superiore ai tre mesi. Berlusconi é stato iscritto nel registro degli indagati per prostituzione minorile e concussione il 21 dicembre scorso. Inoltre, è necessario un invito a comparire per l’interrogatorio dell’indagato, ossia quello che è stato notificato oggi al premier.
Ora la nuova vicenda processuale si intreccia con la sentenza sul legittimo impedimento. Lo scudo è parzialmente saltato, Berlusconi dovrà comparire in Aula come un comune cittadino? Non è detto che andrà così: la legge su cui la Corte costituzionale si è pronunciata resta ancora in vigore. Verrà “cancellata” dalla sentenza dei giudici solo una volta che quest’ultima sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. E potrebbero passare ancora alcune settimane: prima i giudici devono infatti scrivere la sentenza. Si parla di fine gennaio, forse primi di febbraio.
I legali di Berlusconi fanno sapere che non è ancora stato stabilito se Berlusconi comparirà in aula o meno il 21 gennaio. Se dovesse farlo, potrebbe essere l’inizio della campagna elettorale.