Ruby, il doppio processo: Berlusconi, Mora, Fede e Minetti imputati

MILANO – Ritorna il processo Ruby al Palazzo di Giustizia di Milano, in un doppio corso. Al primo piano Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile, mentre al settimo proseguirà l’udienza preliminare per lo stralcio a carico del direttore del Tg4 Emilio Fede, della consigliera regionale Nicole Minetti e dell’agente dei vip Lele Mora. Gli ultimi tre sono accusati di avere organizzato le serate ad Arcore con ragazze disposte a prostituirsi.

Al processo Ruby la difesa di Berlusconi ha chiesto la sospensione in attesa del verdetto della Corte Costituzionale che, a luglio, ha ammesso il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Il presidente del Consiglio non è in Tribunale perchè, come hanno più volte spiegato i suoi difensori, si presenterà soltanto quando comincerà la “sfilata” dei testimoni, e allora lì sentire i racconti delle ragazzi e rispondere, sarà un altro paio di maniche, se non altro per l’eco mediatico dei racconti, già molto dettagliati.

Difficile quindi che per ora si verifichi qualche colpo di scena. Non ci sarà nessuna nuova costituzione di parte civile essendo ormai il dibattimento dichiarato aperto dal 18 luglio scorso, né nuove eccezioni da parte della difesa che comunque si batterà sul piano dell’elenco testimoni.

Ma come un gioco di tira e molla, se il processo a Berlusconi dovesse bloccarsi o ritardare, sarebbe il processo a Fede, Mora e Minetti ad andare avanti, con gli stessi testimoni, le identiche circostanze. In aula, ad ascoltare le testimonianze, non ci sarebbe più Berlusconi, ma solo giudici, avvocati, giornalisti e pubblico. E se già le ragazze “dell’harem di Silvio” sono in lite, figuriamoci cosa potrebbe accadere in un’aula di tribunale.

Berlusconi no ma la Minetti sì. Quest’ultima si è presentata a sorpresa in aula. Con lei presenti anche altre tre ragazze Imane Fadil, Chiara Danese e Ambra Battilana. Minetti, vestita con un tailleur scuro, è arrivata al settimo piano del palazzo di giustizia di Milano. È la prima volta che uno degli imputati davanti al gup Maria Grazia Domanico si presenta per l’udienza.

“Sono qua perché mi ritengo parte offesa e per guardare in faccia chi mi ha dato della bugiarda”. Con queste parole Imane Fadil, una delle trentadue ragazze maggiorenni che sarebbero state indotte a prostituirsi nel corso dei presunti festini ad Arcore, si è presentata in tribunale a Milano.

La difesa di Emilio Fede nell’udienza preliminare ha quindi chiesto che vengano trascritte tutte le telefonate, anche quelle che non sono mai state trascritte come alcune intercettazioni che riguardano Silvio Berlusconi e un altro parlamentare. I pm si sono opposti a garanzie delle prerogative dei parlamentari.

 

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