Rubygate: conflitto di attribuzioni. Corte di Costituzionale valuta il ricorso

ROMA, 6 LUG – I giudici della Corte Costituzionale sono riuniti dalle 9.30 in camera di consiglio per decidere, tra l'altro, sull'ammissibilita' del conflitto di attribuzioni sollevato dalla Camera nei confronti della magistratura milanese che ha indagato e rinviato a giudizio immediato il premier Silvio Berlusconi per concussione e per prostituzione minorile nell'ambito del 'caso Ruby'.

La decisione dovrebbe arrivare in giornata, ma riguardera' soltanto un preliminare via libera al conflitto: i giudici della Corte, presieduta da Alfonso Quaranta, si limiteranno a verificare la legittimazione dei due poteri e la sussistenza in astratto della materia del contendere (la presunta violazione commessa dalla magistratura di Milano nell'aver escluso la ministerialita' del reato di concussione attribuito a Berlusconi quando la notte del 26 aprile 2010 telefono' in questura per sollecitare la liberazione di 'Ruby', la giovane marocchina allora minorenne).

Se dichiarato ammissibile, il ricorso della Camera verra' deciso nel merito solo tra qualche mese, non prima del prossimo autunno-inverno.

Con una memoria di 39 pagine, scritta dall'avvocato ed esponente Roberto Nania e firmata dal presidente della Camera Gianfraco Fini, Montecitorio chiede alla Corte costituzionale di annullare tutti gli atti compiuti dalla magistratura milanese, in quanto – si sostiene – ''non spettava alla procura di Milano ''avviare ed esperire indagini nei confronti del presidente del Consiglio in carica, nonche' procedere alla richiesta di giudizio immediato'' per concussione, ''omettendo di trasmettere gli atti al collegio per i reati ministeriali'' e in questo modo ''precludendo alla competente Camera dei deputati l'esercizio delle proprie attribuzioni costituzionali'' previste dall'articolo 96 della Costituzione e dalla legge costituzionale n.1 del 1989.

Per le stesse ragioni, secondo la Camera, ''non spettava'' al gip del tribunale di Milano ne' ''procedere per via ordinaria e emettere il decreto di giudizio immediato nei confronti del presidente del Consiglio'', ne' ''affermare la natura non ministeriale'' del reato di concussione.

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