Rutelli scalda i motori e fa la conta: un’altra Dc o un “partitino”?

Francesco Rutelli

Per l’annuncio ufficiale è solo questione di tempo ma l’uscita di Francesco Rutelli dal Pd è oramai cosa fatta. A legarlo col partito di Bersani, di fatto, resta oramai solo il profilo Facebook. Per il resto è strappo consumato e già in giornata a Palazzo Rispoli, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, si attende l’annuncio ufficiale.

Il presidente del Copasir (lascerà la carica oltre che il partito?) ha in mente un soggetto che sappia andare oltre il Pd. Per dirla con parole sue «una nuova cosa di centro, ma trasversale e aperta».

Il target dell’ennesima iniziativa rutelliana è l’Italia «operosa», il paese produttivo che, a suo dire, è troppo distante dal Partito Democratico. E ovviamente i cattolici, “orfani” da quando Martinazzoli ha sciolto la Dc.

Nelle ambizioni di Rutelli, evidentemente, c’è l’occupazione di un cospicuo spazio al centro, che siano i cattolici progressisti o i moderati di sinistra cambia poco. Il rischio, insito nell’iniziativa, è quello di creare l’ennesimo partitino che si dibatta nel tentativo di arrivare al fatidico 8%, la soglia che serve per entrare in parlamento.

E la conta, infatti, è il primo grande punto interrogativo di questa nuova iniziativa. Sicura di seguire Rutelli è la teodem Paola Binetti, una che lascerà il partito senza grossi rimpianti, nè suoi, nè della maggioranza del Pd. A ruota, poi, il governatore della provincia di Trento Luciano Dellai, uno che con l’Udc di Pierferdinando Casini è già alleato da tempo e il sindaco di Venezia Massimo Cacciari.

Un’altra cattolica, Linda Lanzillotta, per ora prende tempo mentre pronti a seguire rutelli sono il giornalista Andrea Sarubbi e il tesoriere della fu Margherita Luigi Lusi.

Altri aspettano le prime mosse di Bersani prima di fare una scelta. Strappo consumato, ma con Rutelli, invece, per Ermete Realacci, Paolo Gentiloni e il vicecapogruppo in Senato del Pd Luigi Zanda.

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