Sabrina Ferilli contro Monti: “Troppe tasse. Viene voglia di espatriare”

Sabrina Ferilli (Foto LaPresse)

ROMA – “Questo Stato è cattivo. Alcuni politici sostengono che bisogna chiedere i soldi solo ai ricchi. Ma se tu spremi i ricchi, quelli che fanno ? Vanno a vivere da un’altra parte”: Sabrina Ferilli se la prende con la politica fiscale del governo Monti. Lamenta le “troppe tasse” che pesano su chi ha i soldi: “Io sono arrivata a pagare il 60 per cento e più di tasse perchè due lire ce le ho”.

In un’intervista ad Alfonso Signorini su Chi Ferilli si sfoga: “Ho avuto tante volte la tentazione di fare le valigie e di lasciare l’Italia. Ci portano all’esasperazione. Io adoro il mio Paese, amo gli italiani, mi ci riconosco. Però la gente non è lo Stato. E lo Stato, questo Stato, è cattivo. Alcuni politici continuano a sostenere che bisogna chiedere i soldi solo ai ricchi. Io sono arrivata a pagare il 60 per cento e più di tasse perché due lire ce le ho. Ma se tu spremi i ricchi, quelli che fanno? Vanno a vivere da un’altra parte. Se tu come Stato mi chiedi più del 65 per cento di tasse, io sono costretto a chiudere”.

L’attrice parla poi anche di altri temi di attualità: disoccupazione, immigrazione e politica. “Questo governo che cosa ha fatto? Ha aumentato le tasse per avere più liquidità, ma non è stato capace di tagliare né di avviare qualcosa di nuovo per capire come ravvivare l’economia del Paese”.

La soluzione per Sabrina Ferilli è questa: “Fosse per me, si dovrebbero abbassare le frontiere. Facciamo entrare tre, quattro, cinque milioni di extracomunitari. Gente in regola, gente per bene. Chiediamo aiuti alle ambasciate. Quella è tutta gente che farebbe figli, che comprerebbe macchine, elettrodomestici. Gente in grado di muovere l’economia. L’America ha fatto così con Obama”.

L’attrice parla poi di Berlusconi: “Quando è partito ha capito quanto fosse importante comunicare ai cittadini che il sacrificio sarebbe servito per un domani migliore. L’aspetto della positività che lui aveva si è perso. Ma li hai visti in faccia, ‘sti tecnici? Sono maschere di pianto e di sofferenza”.

 

 

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