Sacconi: "No governi tecnici, avanti fino al 2013"

ROMA, 18 LUG – ''No a qualsiasi ipotesi di governo tecnico, mi sembrerebbe un commissariamento dell'Italia. Gia' e' accaduto nel '93, quando il Parlamento non volle ascoltare l'appello di Craxi a difesa del primato della politica. Con il senno di poi, mi sento di dire che non fu un bene''. Il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, intervistato da Repubblica, assicura che ''la maggioranza e' solida e sosterra' Berlusconi sino a fine mandato''.

''I governi tecnici sono per definizione deboli'', afferma Sacconi. ''Preferiro' sempre la passione di Nichi Vendola al cinismo di qualche professore cosmopolita e giacobino che parla di interessi generali ma, nel concreto, serve interessi particolari'. Sacconi difende la manovra, che ''e' costruita con cura, in coerenza con le precedenti e dispieghera' i suoi effetti positivi negli anni. Non e' vero che e' composta di una tantum. Viceversa – sottolinea – prosegue la regolazione strutturale di tutti e quattro i grandi rubinetti di spesa: previdenza, sanita', finanza locale, pubblico impiego''.

Il ministro smentisce che ad essere colpite saranno le pensioni piu' basse. ''Fino a cinque volte il minimo, tutto resta come ora'', spiega. ''Da li' in poi, abbiamo dovuto deindicizzare parzialmente e temporaneamente alcuni redditi medio-alti. Una misura ben piu' forte la attuo' il governo Dini nel 1995 con l'appoggio della sinistra – osserva – e allora l'inflazione era al doppio di adesso. Anche i governi Prodi a piu' riprese hanno fatto qualcosa del genere''. Sacconi interviene sulle richieste di autorizzazione a procedere.

''Finora si e' seguita la massima prudenza, perche' non e' possibile che le maggioranze o le minoranze oscillino a seconda delle vicende giudiziarie, tranne ovviamente i casi di sentenza esecutiva o di flagranza di reato. Speriamo che si continui cosi'''.

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