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Licenziamenti, Sacconi: “Rischio terrorismo”. Poi apre a riforma Ichino

di Lorenzo Briotti |30 Ottobre 2011 19:14

Maurizio Sacconi (LaPresse)

ROMA – Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, lancia l’allarme: rispetto a licenziamenti e riforma del lavoro c’è tensione, c’è pericolo di terrorismo. Teme per l’incolumità di chi gli sta vicino e non è protetto: “Ho paura ma non per me perché sono protetto – ha detto intervistato da Maria Latella su Sky – ho paura per persone potrebbero non essere protette e proprio per questo diventare bersaglio della violenza politica che, nel nostro paese non si è del tutto estinta”. La sua frase ha causato una valanga di reazioni, da Susamma Camusso (“Spero che Sacconi parli perché ha elementi per farlo e non per inquinare un clima già difficile”) a Pier Luigi Bersani (“Siamo già nei guai, se accendiamo micce di divisione sociale invece che di coesione registriamo un danno drammatico per il Paese. Invito il governo a spegnere la miccia che ha acceso e mettersi a ragionare seriamente”).

Ma poi il ministro coglie al volo quella che sembra essere una apertura di credito di un gruppo di esponenti dell’opposizione, resa visibile da un inedito intervento del senatore Pd Pietro Ichino su Libero. La riforma Ichino era già stata citata dallo stesso Berlusconi come riferimento, e ora Sacconi dice: “La sua proposta è interessante. Proseguiamo su questa strada e non su quella dello scontro imboccata dai sindacati”.

Pericolo attentati. Oltre alla paura del ritorno del terrorismo politico, Sacconi ha detto che il Governo non vuole introdurre una normativa per i “licenziamenti facili” ma delle misure per incoraggiare la crescita proteggendo i lavoratori come è consuetudine nel nostro Paese.  “Licenziamenti facili – ha sottolineato il ministro – è un termine assolutamente falso”. Si tratta di norme, ha spiegato, su “come incoraggiare le imprese a intraprendere, ad assumere, ad ampliarsi, a crescere anche attraverso l’idea che se poi le cose non andassero bene, se poi le cose si rivelassero difficili, le imprese, come hanno fatto il passo in avanti dovrebbero fare magari anche un mezzo passo indietro”.

Sacconi ha tenuto a precisare che ci saranno ” protezioni per i lavoratori perché nella nostra cultura c’è una solida consuetudine a dare protezione per i lavoratori più che in altri Paesi”.

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