ROMA – Matteo Renzi spiega che è sua la “manina” che aveva inserito il famigerato articolo 19, quello che introduce la soglia di non punibilità al 3% nella delega fiscale. Lo dice durante la direzione del Pd dove, però, l’affondo sul provvedimento arriva da Pier Luigi Bersani. Secondo l’ex leader del Pd nella norma sul fisco “c’è una proporzionalità: chi ha di più ha diritto ad evadere di più”.
Così l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che ha lasciato la direzione del Pd prima dell’intervento di Matteo Renzi, commenta il decreto fiscale con i cronisti a Montecitorio. Lo stesso criterio di proporzionalità, osserva, “manca però nel Jobs Act” e in particolari nei licenziamenti disciplinari.
Bersani ha lasciato la riunione dei deputati Pd con Matteo Renzi prima che il premier intervenisse. E, parlando con i cronisti, si è soffermato sul fatto che nel Jobs Act, nel punto dei licenziamenti disciplinari, non ci sia “alcuna proporzionalità” tra il fatto passabile di provvedimento disciplinare e licenziamento.
“E come se nel calcio un giocatore, per aver sbagliato una rimessa laterale” venisse espulso. Un criterio di proporzionalità, osserva l’ex segretario Pd, che invece è incluso nel decreto fiscale, dove si prevede che “chi ha di più ha diritto ad evadere di più”.
Renzi, però ribadisce: quello che va cambiato si cambia, quello che va modificato si modifica. Il riferimento è, ancora una volta, alla norma sul 3% contenuta nel decreto attuativo della delega fiscale.
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