ROMA – Salva Roma, il governo ritira il decreto: il Comune a rischio default. Il decreto legge salva Roma è stato ritirato ritirato dal governo prima della sua conversione in legge. Il ministro Maria Elena Boschi ha comunicato ai capigruppo di Montecitorio riuniti che il governo prende atto dell’ostruzionismo e ritira il provvedimento. Che ieri alla Commissione Bilancio era stato bloccato da una pioggia di emendamenti, 350, di M5S e Lega (che oggi rivendica la vittoria parlamentare): non ci sarebbe stato tempo per la conversione entro il 28 febbraio. Per questo il Pd ha deciso di ritirarlo e il Governo si è adeguato. Ora il Comune di Roma rischia seriamente di essere commissariato. Quello di ieri è il secondo stop, dopo il ritiro dalla legge di stabilità di fine anno: il default, la bancarotta è vicina. Preoccupati anche i sindacati (per Cgil, Cisl e Uil «bloccare il Salva Roma è un grave danno per la città») e gli imprenditori per il blocco delle commesse.
L’anno scorso Roma registrava un disavanzo di 816 milioni di euro: il decreto ha consentito un travaso di risorse dalla gestione commissariale per circa 300 milioni. Stessa musica nel 2014: lo squilibrio è vicino al miliardo e altri 175 milioni arrivano dal Salva-Roma che prevede un percorso di affiancamento da parte del Ministero dell’Economia, con il Campidoglio chiamato a presentare un piano di rientro triennale. (Mauro Evangelisti, Il Messaggero)
E ora? Il ministro Boschi ha annunciato anche che Il Governo varerà “un nuovo provvedimento, dopo una valutazione dei contenuti”, che contenga anche le norme sull’Expo e sulla Sardegna. Si vuole evitare un’altra raffica di emendamenti ostruzionistici, anche se l’ipotesi di una fiducia sul nuovo decreto è stata scartata dal sottosegretario Del Rio. Per evitare, certo, che il Governo Renzi prosegua con la cattiva prassi della fiducia che annulla il dibattito: ma, da più parti, si scorge il tentativo di far fuori il sindaco Marino, magari spingendolo alle dimissioni.
Il sindaco, da parte sua, non può far altro che denunciare l’irresponsabilità dei 5 Stelle con i quali aveva cercato anche una difficile interlocuzione: del resto, i caso di default, il danno per la città sarebbe enorme, a partire dai pagamenti, alla tenuta delle imprese, alle obbligazioni sottoscritte.
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